La legge delega sulla riforma dei contratti pubblici, in mertio all'incentivo del 2% ai dipendneti pubblici, dispone che "Al fine di incentivare l'efficienza e l'efficacia nel perseguimento della realizzazione e dell'esecuzione a regola d'arte, nei tempi previsti dal progetto e senza alcun ricorso a varianti in corso d'opera, è destinata una somma non superiore al 2 per cento dell'importo posto a base di gara per le attività tecniche svolte dai dipendenti pubblici relativamente alla programmazione della spesa per investimenti, alla predisposizione e controllo delle procedure di bando e di esecuzione dei contratti pubblici, di direzione dei lavori e ai collaudi, con particolare riferimento al profilo dei tempi e dei costi, escludendo l'applicazione degli incentivi alla progettazione

 

L'unico ad aver centrato il problema è stato il senatore- del M5s - Cioffi che fa affermato in fase di discusisone dell'emendamento 1.57 in cui si parla dell'incentivo ai dipendenti pubblici durante la fase tecnica, che la norma attuale prevede che questo incentivo si possa avere se si svolgono le operazioni tecniche al di fuori dell'orario di lavoro - così è scritto - mentre spesso è stato usato in maniera particolare. È capitato, infatti, che alcune pubbliche amministrazioni - in particolare, vari funzionari - abbiano chiamato un libero professionista e gli abbiano fatto fare il progetto, che hanno loro firmato, prendendosi il 2 per cento; e poi, per accontentarlo, gli hanno affidato la direzione dei lavori. Questo è quanto succedeva.

Ora si supera questa pratica, ma il 2 per cento è diventato un importo secco, non modulato in funzione dell'importo a base di gara. Come sanno tutti coloro che svolgono questa professione, il compenso è in funzione dell'importo di gara, ovviamente a scalare dagli importi più bassi a quelli più alti. Aver stabilito la soglia del 2 per cento, che vale per un'opera da 100.000 euro come per una da 100 milioni di euro, produce l'effetto che, se quell'importo non viene modulato, per la pubblica amministrazione risulta molto gravoso, dal punto di vista economico, far fare i lavori all'interno.

Noi, allora, abbiamo semplicemente chiesto di modulare quella somma, così come avviene normalmente per tutti i liberi professionisti, per una questione di giustizia e correttezza, per mettere sullo stesso piano il lavoro svolto internamente e quello svolto esternamente. Quando i sistemi si muovono in maniera parallela, le distorsioni possono essere evitate.

Per questo motivo abbiamo presentato l'emendamento in esame, che so benissimo che l'Assemblea boccerà. Ad ogni modo, riaffronteremo il tema durante l'esame dell'ordine del giorno, quando cercherò di capire il motivo per cui il relatore ha espresso parere contrario.

Invito, quindi, l'Assemblea a votare l'emendamento, ascoltando chi ha fatto il mestiere per tanti anni ed è riuscito a conoscere bene la materia, pur non avendo imparato qualcosa di particolare. Io vi dico che queste cose funzionano male. Se volete agire in maniera normale per ottenere il massimo obiettivo, bisogna conoscere bene la materia e forse riprendere un po' a studiare. Ma questo è un discorso vecchio che abbiamo già fatto tante volte.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.57, presentato dal senatore Cioffi.

(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).