Indebitamento netto e spesa pubblica

L'indebitamento (o accreditamento) netto, è ottenuto dalla differenza tra tutte le entrate e tutte le sepse iscritte in bilancio, entrambe depurate delle operazioni di natura finanziaria (concessioni e riscossioni di credito, operazioni relative a partecipazioni azionarie e i conferimenti, l’accenzione ed il rimborso di prestiti). Il saldo netto di bilancio e l’indebitamento netto differiscono profondamente in quanto sono riferiti a diversi soggetti istituzionali: il primo al settore istituzionale dello Stato (essenzialmente i Ministeri), il secondo (aggregato cui e` necessario far riferimento per la verifica del rispetto dei criteri di convergenza fissati dal trattato di Maastricht) a quello delle Amministrazioni pubbliche. Inoltre,  non coincidono le transazioni comprese nei due aggregati e le modalita` di contabilizzazione (competenza economica per l’indebitamento netto, contabilita` pubblica per il saldo netto di bilancio).

Il saldo netto di bilancio e l’indebitamento netto differiscono profondamente in quanto sono riferiti a diversi soggetti istituzionali: il primo al settore istituzionale dello Stato (essenzialmente i Ministeri), il secondo (aggregato cui e` necessario far riferimento per la verifica del rispetto dei criteri di convergenza fissati dal trattato di Maastricht) a quello delle Amministrazioni pubbliche. Inoltre,  non coincidono le transazioni comprese nei due aggregati e le modalita` di contabilizzazione (competenza economica per l’indebitamento netto, contabilita` pubblica per il saldo netto di bilancio).

Dall’elaborazione dei dati, riferiti ai consuntivi per gli anni 2010-2013, che sono sottoposti al processo di verifica condotto da Eurostat e coordinato, sul piano nazionale, dall’Istat si osserva che l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (-45.958 milioni di euro), nel 2013,  è stato pari al 2,8% del Pil, risultando in riduzione di circa 2,6 miliardi rispetto al 2012 (-48.618 milioni di euro, corrispondente al 3% del Pil) I- dati dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche per gli anni 2010-2013 sono elaborati in conformità alle regole fissate dal regolamento Ue n.549/2013 (Sistema Europeo dei Conti - Sec 2010) -.

Tavola 11 – Principali aggregati di finanza pubblica anni 2010 - 2013 (dati in milioni di euro e valori percentuali)


Fonte: ISTAT, Nota informativa 21 ottobre 2014, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle Ammnistrazioni pubbliche secondo il trattato di Mastricht.

 

  2010 (b) 2011 (c) 2012 (c) 2013 (c)
Indebitamento netto  -68.121 -57.186 -48.618 -45.958
in percentuale del PIL  -4,2 -3,5 -3 -2,8
Debito pubblico (d)  1.851.256 1.907.625 1.989.934 2.069.841
in percentuale del PIL  115,3 116,4 122,2 127,9
Interessi passivi  68.836 76.414 84.074 78.201
in percentuale del PIL  4,3 4,7 5,2 4,8
Saldo primario  715 19.228 35.456 32.243
in percentuale del PIL  0 1,2 2,2 2
PIL(e)  1.605.694 1.638.857 1.628.004 1.618.904
Fonti: per il Debito Pubblico Banca d'Italia 

b) Dati definitivi.
c) Dati provvisori.
d) Dati definitivi per gli anni 2010-2013.
e) Dati definitivi per gli anni 2010-2011.

 

Incidenza della spesa pubblica sull’Indebitamento netto

Nel 2013, gli obiettivi di finanza pubblica sono stati conseguiti, con un indebitamento rimasto stabile al 3 per cento del Pil in termini nominali e diminuito di sei decimi di punto nella dimensione strutturale. Al risultato si è giunti in virtù di un forte contenimento del disavanzo di conto capitale che, a consuntivo, ha presentato un valore inferiore di quasi 14 miliardi rispetto alle iniziali stime programmatiche. Evoluzioni di segno opposto e di analoghe dimensioni hanno interessato il saldo di parte corrente. A sintesi di questi andamenti, l’avanzo primario è sceso dal 2,5 al 2,2 per cento del Pil. Altresì determinante è stato il contributo fornito dalle Amministrazioni locali, il cui saldo primario ha registrato, a fine, anno, un avanzo di 3,6 miliardi, a fronte di un deficit atteso di 7 miliardi. La contrazione della spesa in conto capitale seppur  ha consentito di compensare la caduta del gettito fiscale, diminuito dello 0,7 per cento, si ripecuote negativamente sul  mantenimento ed il rinnovamento del capitale infrastrutturale del paese.

TABELLA 12 – Indebitamento netto o accreditamento (in % sul PIL). Saldo del conto economico (escluse le operazioni finanziarie). Rappresenta le risorse nette che le Amministrazioni pubbliche mettono a disposizione degli altri settori Fonti: Elaborazione Banca d’Italia su dati ISTAT.  Indebitamento netto calcolato al netto della spesa per interessi

  1996 2000 2003 2008 2009 2012
2013
 Italia  7 0,8 3,6 2,7 5,5 3 3
Germania  3,4 -1,1 4,2 0,1 3,1 -0,1 0
Grecia 6,7 3,7 5,7 9,8 15,7 8,9 12,7
Spagna 5,5 0,9 0,3 4,5 11,1 10,6 7,1
Francia 4 1,5 4,1 3,3 7,5 4,9 4,3
Regno Unito 4,2 -3,5 3,5 5 11,4 6,1 5,8
Media Paesi UME BCE 17 4,3 0,1 3,1 2,1 6,3 3,7 3,1
Media Paesi UE 27 4,2 -0,6 3,2 2,4 6,8 3,9 3,3

LA BCE nel bollettino di settembre 2014 avverte che in ITALIA persistono i rischi per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014 (2,6 per cento del PIL), soprattutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese. In prospettiva, è importante rafforzare ulteriormente l’orientamento delle politiche di bilancio nazionali al fine di assicurare il rispetto degli obblighi del Patto di stabilità e crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL.
In base alle più recenti statistiche sui conti pubblici nell’area dell’euro, il disavanzo pubblico dell’area ha continuato a diminuire nel primo trimestre del 2014, mentre il debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL è aumentato ancora. Secondo le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti della BCE nel settembre 2014 il disavanzo dell’area dell’euro mostrerà una graduale riduzione, dal 3 per cento del PIL nel 2013 all’1,9 per cento del PIL nel 2016, e il rapporto debito/PIL toccherà un massimo nell’anno in corso.
Per i paesi sottoposti al meccanismo correttivo del PSC, le raccomandazioni affrontano in particolare il rischio che gli interventi strutturali non raggiungano gli obiettivi strutturali annuali e/o cumulati nell’ambito delle procedure per i disavanzi eccessivi (PDE). Per i paesi sottoposti al meccanismo preventivo del PSC, le raccomandazioni affrontano soprattutto il rischio di una significativa deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine (OMT) di un saldo strutturale che è prossimo al pareggio o in avanzo (ad esempio, per Austria, Belgio, Estonia, Paesi Bassi e Slovacchia), il mancato rispetto del parametro di spesa (ad esempio, per Austria, Belgio, Estonia, Italia, Lussemburgo e Malta) e l’inosservanza della regola sul debito, che impone una riduzione media annua di un ventesimo del debito pubblico superiore al 60 per cento del PIL, dopo un periodo di transizione (ad esempio, in Belgio e Italia). Per l’area dell’euro nel suo complesso, lo squilibrio da correggere rispetto ai requisiti del PSC dovrebbe essere pari allo 0,6 per cento nel 2015.