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LA BCE nel bollettino di settembre 2014 avverte che in ITALIA persistono i rischi per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014 (2,6 per cento del PIL), soprattutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese. In prospettiva, è importante rafforzare ulteriormente l’orientamento delle politiche di bilancio nazionali al fine di assicurare il rispetto degli obblighi del Patto di stabilità e crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL.

LE COMPONENTI DEL PIL E DELLA DOMANDA

Tra i maggiori paesi dell’area dell’euro, il PIL reale nel secondo trimestre è diminuito in Germania e Italia, è rimasto invariato in Francia ed è aumentato in Spagna e nei Paesi Bassi.

INVESTIMENTI

La scomposizione degli investimenti nel primo trimestre di quest’anno mostra che quelli diversi dalle costruzioni, che costituiscono metà degli investimenti totali, sono diminuiti dello 0,2 per cen- to su base trimestrale. Questo calo cela andamenti divergenti nei maggiori paesi dell’area dell’euro: gli investimenti diversi dalle costruzioni sono aumentati in Germania e nei Paesi Bassi mentre sono diminuiti in Francia, Italia e Spagna.

ANDAMENTO DELLA FINANZA PUBBLICA

In base alle più recenti statistiche sui conti pubblici nell’area dell’euro, il disavanzo pubblico dell’area ha continuato a diminuire nel primo trimestre del 2014, mentre il debito delle amministra- zioni pubbliche in rapporto al PIL è aumentato ancora. Secondo le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti della BCE nel settembre 2014 il disavanzo dell’area dell’euro mostrerà una graduale riduzione, dal 3 per cento del PIL nel 2013 all’1,9 per cento del PIL nel 2016, e il rapporto debito/PIL toccherà un massimo nell’anno in corso.

In Italia, le amministrazioni pubbliche hanno registrato nel primo trimestre dell’anno un disavan- zo pari a circa l’1,6 per cento del PIL su base annua (secondo il SEC 95); questo risultato segna un miglioramento di 0,2 punti percentuali sullo stesso periodo dello scorso anno che può essere ricondotto principalmente a un calo della spesa pubblica, specie di quella in conto capitale, a fron- te di un rapporto entrate/PIL annuo pressoché costante. Gli ultimi dati disponibili del bilancio del settore statale sulle entrate tributarie per i sei mesi fino a giugno 2014 indicano una diminuzione di circa lo 0,1 per cento del PIL su base annua rispetto al periodo corrispondente dell’anno scorso. Tale calo può, tuttavia, essere imputabile a scadenze diverse per il versamento delle imposte, in particolare nel caso della tassazione del lavoro autonomo e degli immobili. Persistono i rischi per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo pubblico per il 2014 (2,6 per cento del PIL), soprat- tutto alla luce di andamenti economici peggiori delle attese. In prospettiva, è importante rafforza- re ulteriormente l’orientamento delle politiche di bilancio nazionali al fine di assicurare il rispetto degli obblighi del Patto di stabilità e crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del debito delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL.

Per i paesi sottoposti al meccanismo correttivo del PSC, le raccomandazioni affrontano in par- ticolare il rischio che gli interventi strutturali non raggiungano gli obiettivi strutturali annuali e/o cumulati nell’ambito delle procedure per i disavanzi eccessivi (PDE). Per i paesi sottoposti al meccanismo preventivo del PSC, le raccomandazioni affrontano soprattutto il rischio di una significativa deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine (OMT) di un saldo strutturale che è prossimo al pareggio o in avanzo (ad esempio, per Austria, Belgio, Estonia, Paesi Bassi e Slovacchia), il mancato rispetto del parametro di spesa (ad esempio, per Austria, Belgio, Estonia, Italia, Lussemburgo e Malta) e l’inosservanza della regola sul debito, che impone una riduzione media annua di un ventesimo del debito pubblico superiore al 60 per cento del PIL, dopo un periodo di transizione (ad esempio, in Belgio e Italia). Per l’area dell’euro nel suo complesso, lo squilibrio da correggere rispetto ai requisiti del PSC dovrebbe essere pari allo 0,6 per cento nel 2015.

 

 

2014_settembre_bollettino_mensile_BCE