ACCRUAL - ITAS 3 – Operazioni, attività e passività in valuta estera

 

Premessa

 

1 Il presente standard disciplina come rilevare e valutare le operazioni, attività e passività espresse in valuta estera nonché come includere le eventuali gestioni estere nel bilancio d’esercizio o consolidato di un’amministrazione. Disciplina, inoltre, le informazioni da presentare nella nota integrativa (TROVA APPLICAZIONI IN RARISSIME FATTISPECIE AGLI ENTI).

Definizioni

 

2 I termini seguenti vengono usati nel presente standard con i significati indicati:
La differenza di cambio è la differenza che deriva dalla conversione di un determinato numero di unità di una valuta in un’altra valuta a tassi di cambio riferiti a momenti differenti.

Gli elementi monetari sono unità di valuta possedute nonché attività e passività che comportano il diritto a incassare o l’obbligo di pagare, a date future, importi di denaro in valuta determinati o determinabili.

Gli elementi non monetari sono attività e passività che non comportano il diritto a incassare o l’obbligo di pagare importi di denaro in valuta determinati o determinabili.

La gestione estera è un organismo controllato o collegato, un accordo a controllo congiunto o un’articolazione organizzativa dell'amministrazione che redige il bilancio d’esercizio, le cui attività sono situate in un Paese diverso o sono gestite in una valuta differente da quelli dell'amministrazione stessa.

L'investimento netto in una gestione estera è la quota di patrimonio netto della gestione estera di pertinenza dell'amministrazione che redige il bilancio d’esercizio.

La moneta di presentazione o moneta di conto è la valuta in cui viene presentato il bilancio d’esercizio. Per le amministrazioni, tale valuta è l’euro, salvo le eccezioni di legge.

Il tasso di cambio è il rapporto di cambio tra due valute.

Il tasso di cambio a pronti è il tasso di cambio per le operazioni spot, ossia per le operazioni prontamente liquidabili in tempo reale o, di norma, entro la giornata lavorativa successiva.

Il tasso di cambio di chiusura è il tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio.

La valuta estera è una valuta diversa dalla valuta funzionale dell’amministrazione o della gestione estera.

La valuta funzionale è la valuta nella quale l'amministrazione o la gestione estera tiene le proprie scritture contabili. Per le amministrazioni, la valuta funzionale è l’euro, salvo le eccezioni di legge.

Ambito di applicazione

 

3 Il presente standard si applica alle seguenti fattispecie: 
a) rilevazione delle operazioni in valuta estera e valutazione iniziale e successiva delle relative attività e passività, per le amministrazioni e per le gestioni estere;
b) conversione in una diversa moneta di presentazione dei valori espressi in valuta funzionale, per le gestioni estere;
c) inclusione delle gestioni estere nel bilancio d’esercizio o nel bilancio consolidato dell’amministrazione.

4 Il presente standard non si applica ai derivati in valuta estera. Si applica, però, quando una gestione estera converte importi relativi a derivati dalla sua valuta funzionale alla sua moneta di presentazione.

5 Il presente standard non si applica alla contabilizzazione delle operazioni di copertura (hedge accounting) per elementi in valuta estera, inclusa la copertura dell'investimento netto in una gestione estera, ossia di operazioni che utilizzano strumenti finanziari per la copertura del rischio che i flussi finanziari connessi ad una attività o ad una passività fluttuino in seguito a variazioni dei tassi di cambio.

6 Il presente standard non si applica alla presentazione, nel rendiconto finanziario dei flussi di cassa, dei flussi di cassa derivanti da operazioni in valuta estera né alla conversione dei flussi di cassa di una gestione estera. La relativa disciplina è contenuta in ITAS 1 - Composizione e schemi del bilancio d'esercizio, salvo quanto previsto nel paragrafo 10.

 

Conversione nella valuta funzionale di operazioni in valuta estera

 

Rilevazione e valutazione iniziale

7 Un'operazione in valuta estera è un'operazione che è espressa o richiede di essere saldata in valuta estera, incluse le operazioni che hanno origine quando l'amministrazione o gestione estera:
a) acquista o cede beni o servizi i cui prezzi sono espressi in valuta estera;
b) prende a prestito o concede in prestito dei fondi e il relativo debito o credito è espresso in valuta estera; o comunque
c) acquista o cede attività, o contrae o estingue passività, espresse in valuta estera.

8 Al momento della rilevazione iniziale, le operazioni in valuta estera sono rilevate nella valuta funzionale, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti alla data dell'operazione, quale risulta dal sito web della Banca d'Italia.

9 La data dell'operazione è il momento in cui l’operazione soddisfa le condizioni per la rilevazione iniziale, secondo quanto previsto dagli ITAS. Per semplicità, è ammesso utilizzare un tasso di cambio che approssima il tasso alla data dell'operazione, per esempio applicando il tasso di cambio medio settimanale o mensile a tutte le operazioni, in ciascuna valuta estera, avvenute nella settimana o nel mese. Ciò purché il tasso di cambio non fluttui significativamente nel periodo considerato.

10 La fluttuazione dei tassi di cambio modifica il valore delle disponibilità liquide e disponibilità liquide equivalenti detenute in valuta estera.
Sebbene non costituiscano flussi di cassa, queste modifiche di valore sono inserite nel rendiconto finanziario dei flussi di cassa, separatamente dai flussi derivanti da attività operativa, di investimento e di finanziamento, al fine di assicurare la riconciliazione tra disponibilità liquide e disponibilità liquide equivalenti all'inizio e alla fine dell'esercizio.

Valutazione successiva

11 Alla chiusura di ogni esercizio:
a) gli elementi monetari in valuta estera sono convertiti nella valuta funzionale utilizzando il tasso di cambio di chiusura;
b) gli elementi non monetari in valuta estera valutati al costo storico sono convertiti nella valuta funzionale usando il tasso di cambio in essere alla data della loro iscrizione iniziale;
c) gli elementi non monetari in valuta estera valutati a valori correnti sono convertiti nella valuta funzionale utilizzando il tasso di cambio alla data in cui è stato determinato il loro valore corrente.

12 Laddove gli ITAS prescrivano che il valore contabile di un elemento non monetario sia determinato dal confronto tra due o più valori corrispondenti a criteri di valutazione diversi, si procede prima alla conversione dei singoli valori in base a quanto stabilito dal paragrafo 11 e successivamente al loro confronto.

13 Laddove, nella data indicata dal paragrafo 11, fosse temporaneamente impossibile cambiare una valuta in un’altra e non fosse quindi disponibile un tasso di cambio, l’amministrazione utilizza il primo tasso di cambio che diviene disponibile successivamente a tale data.

Rilevazione delle differenze di cambio

14 Le differenze di cambio che derivano:
a) dall'incasso o pagamento di elementi monetari, o
b) dalla conversione di elementi monetari a tassi differenti da quelli utilizzati al momento della rilevazione iniziale, se avvenuta nel corso dell’esercizio in chiusura, oppure nella redazione del bilancio dell’esercizio precedente,
sono imputate al conto economico dell'esercizio secondo quanto stabilito da ITAS 1 – Composizione e schemi del bilancio di esercizio.

Variazione della valuta funzionale

15 In caso di variazione della valuta funzionale, la gestione estera applica le procedure di conversione alla nuova valuta funzionale prospetticamente dalla data della variazione.
A tal fine, la gestione estera converte tutti gli importi nella nuova valuta funzionale utilizzando il tasso di cambio alla data della variazione. Per gli elementi non monetari, gli importi così convertiti sono trattati come costo storico.

  

Utilizzo di una valuta funzionale diversa dalla moneta di presentazione

16 Se la valuta funzionale differisce dalla moneta di presentazione, la gestione estera redige il proprio bilancio convertendo i valori nella moneta di presentazione.

17 A tal fine:
a) attività e passività sono convertite al tasso di cambio di chiusura. Per lo stato patrimoniale di ciascuno degli esercizi precedenti inclusi nel bilancio d’esercizio per finalità comparative, si utilizza il tasso di cambio di chiusura dell’esercizio cui tale stato patrimoniale si riferisce;
b) proventi e ricavi, oneri e costi sono convertiti ai tassi di cambio alle date delle relative operazioni. Ciò vale anche per il conto economico di ciascuno degli esercizi precedenti inclusi nel bilancio d’esercizio per finalità comparative;
c) tutte le risultanti differenze di cambio sono imputate al conto economico, concorrendo quindi a determinare il risultato d'esercizio come espresso nella moneta di presentazione.

18 Nella conversione di proventi e ricavi, oneri e costi è ammesso utilizzare un tasso di cambio che approssima il tasso alla data dell'operazione, per esempio applicando il tasso di cambio medio dell’esercizio. Ciò purché il tasso di cambio non fluttui significativamente nel periodo considerato.

Inclusione di una gestione estera nel bilancio d’esercizio o consolidato di un’amministrazione

 

19 Affinché una gestione estera possa essere inclusa nel bilancio d’esercizio o consolidato di un’amministrazione, i valori derivanti dalle scritture contabili della gestione estera sono convertiti nella moneta di presentazione dell’amministrazione, se diversa, secondo quanto stabilito dai precedenti paragrafi 16-18.

20 L'inclusione dei valori derivanti dalle scritture contabili di una gestione estera nel bilancio d’esercizio o nel bilancio consolidato di un’amministrazione segue le procedure di consolidamento disciplinate dall’ITAS 12 – Bilancio consolidato.

Informazione integrativa

 

21 L'amministrazione o la gestione estera presenta nella nota integrativa le approssimazioni eventualmente adottate nella determinazione del tasso di cambio alla data dell'operazione, come consentito dai paragrafi 9 e 18.

22 L'amministrazione o la gestione estera presenta nella nota integrativa l'importo delle differenze di cambio imputate al conto economico, specificando le voci del conto economico cui tali differenze sono state imputate.
L’importo è articolato per valuta di riferimento quando tale informazione è rilevante.

23 La gestione estera riporta e motiva nella nota integrativa l’eventuale impiego di una valuta funzionale diversa dalla moneta di presentazione.

24 La gestione estera riporta e motiva nella nota integrativa l’eventuale cambiamento della propria valuta funzionale o moneta di presentazione.
L’amministrazione riporta e motiva nella nota integrativa l’eventuale cambiamento della valuta funzionale o moneta di presentazione di una rilevante gestione estera.

 

 


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