Corte conti sentenza nr. 50 del 2014 (sez. giurisd Piemonte)

RE­PUB­BLI­CA ITA­LIA­NA
IN NOME DEL PO­PO­LO ITA­LIA­NO
LA CORTE DEI CONTI
SE­ZIO­NE GIU­RI­SDI­ZIO­NA­LE PER IL PIE­MON­TE

com­po­sta dai se­guen­ti Ma­gi­stra­ti:
Dott. Gio­van­ni COP­PO­LA Pre­si­den­te
Dott. Tom­ma­so PA­RI­SI Con­si­glie­re re­la­to­re
Dott. Wal­ter BER­RU­TI Primo Re­fe­ren­da­rio
ha pro­nun­cia­to la se­guen­te
SEN­TEN­ZA
nel giu­di­zio di re­spon­sa­bi­li­tà iscrit­to al nr. 19290 del Re­gi­stro di Se­gre­te­ria, pro­mos­so dal Pro­cu­ra­to­re Re­gio­na­le con­tro SILVA Ca­te­ri­na, nata a No­va­ra il 02.09.1964, ACER­BO Marco, nato a Ver­cel­li il 28.04.1972, SGUOT­TI Mar­zio, nato a Ver­cel­li il 10.05.1975 e BELLO Paolo, nato Ver­cel­li il 06.10.1972;
Uditi, nella pub­bli­ca Udien­za del­l’08 apri­le 2014, il re­la­to­re Con­si­glie­re Dott. Tom­ma­so PA­RI­SI, il Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro nella per­so­na del So­sti­tu­to Pro­cu­ra­to­re Ge­ne­ra­le Dott. Cor­ra­do CROCI, e gli Av­vo­ca­ti Re­mi­gio BEL­CRE­DI, Teo­do­sio PA­FUN­DI e Mi­che­le PRET­TI, le­ga­li dei con­ve­nu­ti;
Esa­mi­na­ti gli atti ed i do­cu­men­ti tutti della ci­ta­ta causa;
Ri­te­nu­to in
FATTO
Con De­cre­to ex ar­ti­co­lo 429 del C.P.P. in data 18.10.2011 il G.U.P. pres­so il Tri­bu­na­le di Ver­cel­li di­spo­ne­va, su ri­chie­sta della Pro­cu­ra della Re­pub­bli­ca, il rin­vio a giu­di­zio, tra gli altri, degli odier­ni con­ve­nu­ti SILVA, ACER­BO, SGUOT­TI e BELLO, in qua­li­tà, ri­spet­ti­va­men­te, al­l’e­po­ca dei fatti, di di­ri­gen­te del Set­to­re LL.​PP. della Pro­vin­cia di Ver­cel­li e di fun­zio­na­ri tec­ni­ci in ser­vi­zio pres­so la me­de­si­ma ar­ti­co­la­zio­ne del pre­fa­to Ente lo­ca­le, per i reati pre­vi­sti e pu­ni­ti dagli ar­ti­co­li 476, 479 e 323 del C.P., in re­la­zio­ne alle pro­ce­du­re di af­fi­da­men­to ine­ren­ti ad al­cu­ni ap­pal­ti di la­vo­ri pub­bli­ci da parte del sud­det­to Ente ter­ri­to­ria­le, nel corso delle quali i men­zio­na­ti di­pen­den­ti ave­va­no ri­co­per­to il ruolo di com­po­nen­ti e/o se­gre­ta­rio delle di­ver­se Com­mis­sio­ni di gara pre­po­ste al­l’ag­giu­di­ca­zio­ne delle opere.
In par­ti­co­la­re, il primo ap­pal­to og­get­to del­l’at­to di ci­ta­zio­ne pro­mos­so dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le ri­guar­da­va le opere di ma­nu­ten­zio­ne per gli anni 2009-2012 delle stra­de pro­vin­cia­li rien­tran­ti nella zona de­no­mi­na­ta “Giu­ri­sdi­zio­ne A”, con im­por­to a base d’a­sta di Euro 3.375.150,00; il bando di gara è stato adot­ta­to con prov­ve­di­men­to del 15.05.2009. L’ap­pal­to in que­stio­ne è stato af­fi­da­to con pro­ce­du­ra di gara aper­ta me­dian­te il cri­te­rio del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca­men­te più van­tag­gio­sa; Pre­si­den­te della Com­mis­sio­ne giu­di­ca­tri­ce era stata no­mi­na­ta la men­zio­na­ta SILVA, men­tre per la va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te tec­ni­che era stata de­si­gna­ta una se­con­da Com­mis­sio­ne, pre­sie­du­ta sem­pre dal pre­fa­to di­ri­gen­te ma com­po­sta da due mem­bri tec­ni­ci. Con­for­me­men­te al di­spo­sto del­l’ar­ti­co­lo 91 del D.P.R. nr. 554 del 1999, le ope­ra­zio­ni ine­ren­ti al­l’af­fi­da­men­to si sono ar­ti­co­la­te nel­l’e­sa­me, dap­pri­ma, del­l’of­fer­ta tec­ni­co-or­ga­niz­za­ti­va, in se­du­ta ri­ser­va­ta, con la Com­mis­sio­ne in com­po­si­zio­ne tec­ni­ca, quin­di nel­l’e­sa­me del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca, con­te­nu­ta in una busta se­pa­ra­ta, in se­du­ta pub­bli­ca, e nella suc­ces­si­va pro­cla­ma­zio­ne dei ri­sul­ta­ti con la Com­mis­sio­ne nella sua prima com­po­si­zio­ne. I la­vo­ri sono stati ag­giu­di­ca­ti all’A.T.I. for­ma­ta dalle so­cie­tà BER­TI­NI s.r.l. e SO.D.I.S. s.r.l.; l’im­por­to fi­na­le del­l’ap­pal­to è stato pari ad Euro 4.424.993,13. Se­con­do la tesi espres­sa dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, alla luce del con­te­nu­to dei capi di im­pu­ta­zio­ne D) ed E) espli­ci­ta­ti nel ci­ta­to De­cre­to del G.U.P. pres­so il Tri­bu­na­le di Ver­cel­li, la con­ve­nu­ta SILVA avreb­be al­te­ra­to i pun­teg­gi tec­ni­ci at­tri­bui­ti ai con­cor­ren­ti mo­di­fi­can­do a po­ste­rio­ri il ver­ba­le della se­con­da se­du­ta ri­ser­va­ta del 19.06.2009, in modo da fa­vo­ri­re la A.T.I. BER­TI­NI s.r.l. ed altri, as­si­cu­ran­do loro un van­tag­gio prima che ve­nis­se as­se­gna­to il pun­teg­gio au­to­ma­ti­co per la va­lu­ta­zio­ne del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca. Al ri­guar­do, preme evi­den­zia­re una cir­co­stan­za ri­co­no­sciu­ta espres­sa­men­te dalla stes­sa Pro­cu­ra Re­gio­na­le nel­l’at­to in­tro­dut­ti­vo del giu­di­zio, che emer­ge in modo pa­le­se dagli atti ver­sa­ti nel fa­sci­co­lo pro­ces­sua­le, nel senso che la ri­chia­ma­ta A.T.I. sa­reb­be ri­sul­ta­ta co­mun­que vit­to­rio­sa nella pro­ce­du­ra di gara in ras­se­gna, in quan­to aveva ot­te­nu­to net­ta­men­te ed in modo in­con­tro­ver­ti­bi­le il pun­teg­gio com­ples­si­vo più alto, con ri­fe­ri­men­to sia al­l’e­le­men­to tec­ni­co che a quel­lo eco­no­mi­co.
Il se­con­do ap­pal­to ri­guar­da­va i la­vo­ri de­no­mi­na­ti “Mi­glio­ra­men­to si­cu­rez­za cir­co­la­zio­ne S.P. 299”, lotto 1, con im­por­to a base d’a­sta di Euro 2.530.000,00; il bando di gara è stato adot­ta­to con prov­ve­di­men­to del­l’08.04.2008. L’ap­pal­to in que­stio­ne è stato af­fi­da­to con pro­ce­du­ra di gara aper­ta me­dian­te il cri­te­rio del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca­men­te più van­tag­gio­sa; Pre­si­den­te della Com­mis­sio­ne giu­di­ca­tri­ce era stato no­mi­na­to il sud­det­to ACER­BO, men­tre per la va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te tec­ni­che era stata de­si­gna­ta una se­con­da Com­mis­sio­ne, pre­sie­du­ta sem­pre dal men­zio­na­to fun­zio­na­rio, ma com­po­sta da un mem­bro tec­ni­co. Le fun­zio­ni di se­gre­ta­rio ver­ba­liz­zan­te erano state de­man­da­te al no­mi­na­to BELLO. Per la va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te eco­no­mi­che era stata in­di­vi­dua­ta una terza Com­mis­sio­ne, pre­sie­du­ta an­ch’es­sa dal me­de­si­mo fun­zio­na­rio. Con­for­me­men­te al di­spo­sto del­l’ar­ti­co­lo 91 del D.P.R. nr. 554 del 1999, le ope­ra­zio­ni ine­ren­ti al­l’af­fi­da­men­to si sono ar­ti­co­la­te nel­l’e­sa­me, dap­pri­ma, del­l’of­fer­ta tec­ni­co-or­ga­niz­za­ti­va, in se­du­ta ri­ser­va­ta, con la Com­mis­sio­ne in com­po­si­zio­ne tec­ni­ca, quin­di nel­l’e­sa­me del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca, con­te­nu­ta in una busta se­pa­ra­ta, in se­du­ta pub­bli­ca, e nella suc­ces­si­va pro­cla­ma­zio­ne dei ri­sul­ta­ti con la Com­mis­sio­ne nella sua prima com­po­si­zio­ne. I la­vo­ri sono stati ag­giu­di­ca­ti all’A.T.I. for­ma­ta dalle so­cie­tà BER­TI­NI s.r.l. e FIP IN­DU­STRIA­LE s.p.a.; l’im­por­to fi­na­le del­l’ap­pal­to è stato pari ad Euro 2.603.867,18. Se­con­do la tesi espres­sa dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, alla luce del con­te­nu­to dei capi di im­pu­ta­zio­ne F) ed G) espli­ci­ta­ti nel ci­ta­to De­cre­to del G.U.P. pres­so il Tri­bu­na­le di Ver­cel­li, i con­ve­nu­ti ACER­BO e BELLO, in con­cor­so tra loro, avreb­be­ro al­te­ra­to i pun­teg­gi tec­ni­ci at­tri­bui­ti ai con­cor­ren­ti mo­di­fi­can­do a po­ste­rio­ri il ver­ba­le della se­con­da se­du­ta ri­ser­va­ta del 10.06.2009, in modo da fa­vo­ri­re la A.T.I. BER­TI­NI s.r.l. ed altri, as­si­cu­ran­do loro un van­tag­gio prima che ve­nis­se as­se­gna­to il pun­teg­gio au­to­ma­ti­co per la va­lu­ta­zio­ne del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca. Al ri­guar­do, preme evi­den­zia­re una cir­co­stan­za ri­co­no­sciu­ta espres­sa­men­te dalla stes­sa Pro­cu­ra Re­gio­na­le nel­l’at­to in­tro­dut­ti­vo, che emer­ge in modo pa­le­se dagli atti ver­sa­ti nel fa­sci­co­lo pro­ces­sua­le, nel senso che la ri­chia­ma­ta A.T.I. sa­reb­be ri­sul­ta­ta co­mun­que vit­to­rio­sa nella pro­ce­du­ra di gara in pa­ro­la, in quan­to aveva ot­te­nu­to net­ta­men­te ed in modo in­con­tro­ver­ti­bi­le il pun­teg­gio com­ples­si­vo più alto, con ri­fe­ri­men­to sia al­l’e­le­men­to tec­ni­co che a quel­lo eco­no­mi­co.
Il terzo ap­pal­to ri­guar­da­va i la­vo­ri de­no­mi­na­ti “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, lotto 1, con im­por­to a base d’a­sta di Euro 4.970.000,00; il bando di gara è stato adot­ta­to con prov­ve­di­men­to del 31.07.2008. L’ap­pal­to in que­stio­ne, cui hanno par­te­ci­pa­to 11 ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci, è stato af­fi­da­to con pro­ce­du­ra di gara aper­ta me­dian­te il cri­te­rio del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca­men­te più van­tag­gio­sa; Pre­si­den­te della Com­mis­sio­ne giu­di­ca­tri­ce era stata no­mi­na­ta la sud­det­ta SILVA, men­tre gli altri com­po­nen­ti erano i ci­ta­ti ACER­BO e SGUOT­TI, non­ché l’Av­vo­ca­to An­to­nio ROSCI, re­spon­sa­bi­le del­l’Uf­fi­cio Le­ga­le del­l’En­te lo­ca­le. Con­for­me­men­te al di­spo­sto del­l’ar­ti­co­lo 91 del D.P.R. nr. 554 del 1999, le ope­ra­zio­ni ine­ren­ti al­l’af­fi­da­men­to si sono ar­ti­co­la­te nel­l’e­sa­me, dap­pri­ma, del­l’of­fer­ta tec­ni­co-or­ga­niz­za­ti­va, in se­du­ta ri­ser­va­ta, quin­di nel­l’e­sa­me del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca, con­te­nu­ta in una busta se­pa­ra­ta, in se­du­ta pub­bli­ca, e nella suc­ces­si­va pro­cla­ma­zio­ne dei ri­sul­ta­ti. I la­vo­ri sono stati ag­giu­di­ca­ti all’A.T.I. for­ma­ta dalle so­cie­tà LAURO VAL­SE­SIA CO­STRU­ZIO­NI s.p.a., F.​LLI SOGNO s.r.l. e F.​LLI BAZ­ZA­NI s.p.a.; gli im­por­ti del­l’ap­pal­to sono stati ad oggi in­te­gral­men­te sal­da­ti a se­gui­to del­l’e­si­to po­si­ti­vo del col­lau­do, ap­pro­va­to con de­ter­mi­na del 23.04.2013, ed am­mon­ta­no ad Euro 4.847.074,56. Se­con­do la tesi espres­sa dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, alla luce del con­te­nu­to dei capi di im­pu­ta­zio­ne B) e C) espli­ci­ta­ti nel ci­ta­to De­cre­to del G.U.P. pres­so il Tri­bu­na­le di Ver­cel­li, il con­trat­to sti­pu­la­to con la pre­det­ta A.T.I. co­sti­tui­reb­be il frut­to delle con­dot­te il­le­ci­te poste in es­se­re dai com­mis­sa­ri SILVA, ACER­BO e SGUOT­TI, i quali, in con­cor­so tra loro, avreb­be­ro at­te­sta­to fal­sa­men­te la par­te­ci­pa­zio­ne del­l’Av­vo­ca­to ROSCI alle ope­ra­zio­ni di gara e avreb­be­ro com­pi­la­to, per suo conto, la sche­da di va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te tec­ni­che, con­te­sta­te come falso ideo­lo­gi­co e ma­te­ria­le e come abuso di uf­fi­cio dalla Pro­cu­ra della Re­pub­bli­ca di Ver­cel­li; in tale pro­spet­ti­va, parte pub­bli­ca ha sot­to­li­nea­to che dalle in­da­gi­ni espe­ri­te nel pro­ce­di­men­to pe­na­le è emer­so, da un lato, che i ci­ta­ti con­ve­nu­ti, nella veste di com­mis­sa­ri, hanno pro­ce­du­to alla va­lu­ta­zio­ne dei ti­to­li dei par­te­ci­pan­ti per un tempo di circa 9 ore e ciò con­tra­ria­men­te al vero, posto che per tali giu­di­zi sa­reb­be stato ne­ces­sa­rio un tempo non in­fe­rio­re a 40 ore, dal­l’al­tro, che il sud­det­to le­ga­le ha di­chia­ra­to di non aver mai com­pi­la­to la sche­da di va­lu­ta­zio­ne e di non avere par­te­ci­pa­to alle se­du­te ri­ser­va­te della Com­mis­sio­ne de­di­ca­te al­l’e­sa­me delle of­fer­te tec­ni­che.
Rav­vi­sa­ta, in me­ri­to ai fatti in trat­ta­zio­ne, l’e­si­sten­za di pro­fi­li di re­spon­sa­bi­li­tà am­mi­ni­stra­ti­va a ca­ri­co dei quat­tro di­pen­den­ti sopra in­di­ca­ti, per il danno pa­tri­mo­nia­le alla con­cor­ren­za ca­gio­na­to con la pro­pria con­dot­ta alla Pro­vin­cia di Ver­cel­li, la Pro­cu­ra Re­gio­na­le ha emes­so nei loro con­fron­ti l’in­vi­to a de­dur­re, ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 5, 1° comma, del D.L. 15 no­vem­bre 1993, nr. 453, con­ver­ti­to, con mo­di­fi­ca­zio­ni, dalla Legge 14 gen­na­io 1994, nr. 19. Alla con­te­sta­zio­ne di danno non sono per­ve­nu­te con­tro­de­du­zio­ni scrit­te da parte dei con­ve­nu­ti.
Per quan­to espo­sto in nar­ra­ti­va, l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te adot­ta­va con­se­quen­zial­men­te atto di ci­ta­zio­ne in giu­di­zio in data 16.09.2013, con cui ve­ni­va con­te­sta­to agli stes­si il danno alla con­cor­ren­za pro­vo­ca­to al­l’En­te lo­ca­le di ap­par­te­nen­za, pari al 10% del va­lo­re di ogni af­fi­da­men­to, li­qui­da­to a ca­ri­co di cia­scu­no dei con­ve­nu­ti come di se­gui­to in­di­ca­to: alla no­mi­na­ta SILVA ve­ni­va ad­de­bi­ta­to l’im­por­to di Euro 442.499,31 in re­la­zio­ne al primo ap­pal­to in pre­ce­den­za de­scrit­to; ai sud­det­ti ACER­BO e BELLO, in so­li­do tra loro, l’im­por­to di Euro 260.386,72 con ri­fe­ri­men­to al se­con­do af­fi­da­men­to; ai pre­det­ti SILVA, ACER­BO e SGUOT­TI, in so­li­do tra loro, l’im­por­to di Euro 484.707,45 in fun­zio­ne del terzo ap­pal­to, oltre ri­va­lu­ta­zio­ne mo­ne­ta­ria ed in­te­res­si per tutte le tre voci di pre­giu­di­zio, e le spese di giu­sti­zia.
In pre­vi­sio­ne del di­bat­ti­men­to la con­ve­nu­ta SILVA si è co­sti­tui­ta in giu­di­zio con com­par­sa de­po­si­ta­ta in data 03.04.2014, av­va­len­do­si del pa­tro­ci­nio degli Av­vo­ca­ti Re­mi­gio BEL­CRE­DI, Luigi RO­DI­NI e Mas­si­mo AN­DREIS. Nel li­bel­lo di­fen­si­vo i le­ga­li, nel con­te­sta­re in ra­di­ce i pre­sup­po­sti della do­man­da at­tri­ce, hanno ec­ce­pi­to, in via pre­giu­di­zia­le, da un lato, che i con­trat­ti di ap­pal­to sti­pu­la­ti dalla Pro­vin­cia di Ver­cel­li non pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti nulli, at­te­so che l’e­ven­tua­le com­mis­sio­ne di un reato non de­ter­mi­na ne­ces­sa­ria­men­te sif­fat­ta con­se­guen­za, dal­l’al­tro, che gli atti am­mi­ni­stra­ti­vi di ag­giu­di­ca­zio­ne non sono stati di­chia­ra­ti nulli, né an­nul­la­ti e nep­pu­re im­pu­gna­ti dai con­tro­in­te­res­sa­ti che hanno par­te­ci­pa­to alle ri­spet­ti­ve gare; in re­la­zio­ne al me­ri­to delle con­te­sta­zio­ni di parte pub­bli­ca, i pa­tro­ci­na­to­ri hanno de­dot­to il pa­le­se di­fet­to di prova circa la sus­si­sten­za del danno alla con­cor­ren­za, pre­ci­san­do, in or­di­ne al­l’ap­pal­to de­no­mi­na­to “Giu­ri­sdi­zio­ne A”, che non vi è stata al­cu­na al­te­ra­zio­ne dei pun­teg­gi bensì una mera in­ver­sio­ne ma­te­ria­le tra i dati ri­por­ta­ti nel file pre­di­spo­sto dal no­mi­na­to BELLO e che, quan­to al pro­fi­lo le­ga­to al nesso cau­sa­le, non si con­fi­gu­ra alcun col­le­ga­men­to tra il pre­sun­to reato e la con­clu­sio­ne del con­trat­to, sul ri­lie­vo as­sor­ben­te che l’A.T.I. ag­giu­di­ca­ta­ria sa­reb­be ri­sul­ta­ta co­mun­que am­pia­men­te vit­to­rio­sa, men­tre con ri­fe­ri­men­to al­l’af­fi­da­men­to de­fi­ni­to “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, hanno chia­ri­to che l’Av­vo­ca­to ROSCI, in qua­li­tà di mem­bro del­l’Or­ga­no col­le­gia­le, ha si­cu­ra­men­te par­te­ci­pa­to alla terza se­du­ta della Com­mis­sio­ne in cui è stata as­sun­ta la de­fi­ni­ti­va e de­ci­si­va va­lu­ta­zio­ne tec­ni­ca, che lo stes­so non ha ne­ga­to di avere fir­ma­to la sche­da di va­lu­ta­zio­ne e che non aven­do una spe­ci­fi­ca qua­li­fi­ca­zio­ne tec­ni­ca non avreb­be po­tu­to mi­ni­ma­men­te in­flui­re sul­l’at­tri­bu­zio­ne dei pun­teg­gi as­se­gna­ti agli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci. Il col­le­gio di­fen­si­vo, in­fi­ne, in via del tutto su­bor­di­na­ta, ha evi­den­zia­to l’e­si­gen­za di pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne, in ogni caso, l’ap­por­to cau­sa­le degli altri com­po­nen­ti delle di­ver­se Com­mis­sio­ni e di sud­di­vi­de­re le poste di danno in ra­gio­ne del prin­ci­pio della par­zia­rie­tà del­l’ob­bli­ga­zio­ne ri­sar­ci­to­ria, at­te­so che la con­dot­ta della pro­pria as­si­sti­ta po­treb­be al mas­si­mo in­te­gra­re il re­qui­si­to della colpa grave, chie­den­do in con­clu­sio­ne anche l’ap­pli­ca­zio­ne del po­te­re ri­dut­ti­vo.
Il con­ve­nu­to BELLO si è co­sti­tui­to in giu­di­zio con me­mo­ria ver­sa­ta in atti in data 03.04.2014, con­fe­ren­do la rap­pre­sen­tan­za agli Av­vo­ca­ti Teo­do­sio PA­FUN­DI, Aldo CA­SA­LI­NI e Mas­si­mo MUS­SA­TO. I pa­tro­ci­na­to­ri hanno ec­ce­pi­to, in via prin­ci­pa­le, il di­fet­to di prova circa l’al­te­ra­zio­ne dei pun­teg­gi a fa­vo­re del­l’A.T.I. ag­giu­di­ca­ta­ria, met­ten­do in ri­sal­to che la di­scra­sia degli stes­si sa­reb­be co­mun­que mi­ni­ma e del tutto inin­fluen­te ai fini del­l’in­di­vi­dua­zio­ne del­l’of­fer­ta mi­glio­re, che lievi ret­ti­fi­che hanno ri­guar­da­to tutti i con­cor­ren­ti, che il rag­grup­pa­men­to vin­ci­to­re ha pre­sen­ta­to l’of­fer­ta net­ta­men­te più fa­vo­re­vo­le e che la Pro­cu­ra Re­gio­na­le non ha mai con­te­sta­to la con­grui­tà dei pun­teg­gi at­tri­bui­ti in modo de­fi­ni­ti­vo ai sin­go­li ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci; nella me­de­si­ma vi­sua­le, inol­tre, il col­le­gio di­fen­si­vo ha de­dot­to che nella fat­ti­spe­cie in esame non può sus­si­ste­re la nul­li­tà dei con­trat­ti sti­pu­la­ti dal­l’En­te lo­ca­le, anche in fun­zio­ne delle spe­ci­fi­che di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ap­pal­ti ri­ve­nien­ti dal Di­rit­to Co­mu­ni­ta­rio, che di­fet­ta il re­qui­si­to sog­get­ti­vo del dolo e della colpa grave e che ap­pa­re ma­ni­fe­sta­men­te ca­ren­te l’e­le­men­to strut­tu­ra­le del danno alla con­cor­ren­za teo­riz­za­to dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, at­te­so che nes­sun pre­giu­di­zio era­ria­le è stato ar­re­ca­to alla Pro­vin­cia di Ver­cel­li in qua­li­tà di sta­zio­ne ap­pal­tan­te. I le­ga­li, in­fi­ne, hanno cen­su­ra­to, in su­bor­di­ne, la quan­ti­fi­ca­zio­ne del no­cu­men­to ope­ra­ta da parte pub­bli­ca, evi­den­zian­do l’e­si­gen­za di te­ne­re conto, in ogni caso, del­l’ap­por­to cau­sa­le del terzo com­po­nen­te della Com­mis­sio­ne di gara e di altri sog­get­ti in­ter­ni al­l’En­te ter­ri­to­ria­le, al fine di as­si­cu­ra­re il ri­spet­to del prin­ci­pio della par­zia­rie­tà del­l’ob­bli­ga­zio­ne ri­sar­ci­to­ria; in via del tutto gra­da­ta hanno chie­sto l’ap­pli­ca­zio­ne del po­te­re ri­dut­ti­vo.
Il con­ve­nu­to SGUOT­TI si è co­sti­tui­to in giu­di­zio con com­par­sa de­po­si­ta­ta in data 03.04.2014, as­si­sti­to dal­l’Av­vo­ca­to Mi­che­le PRET­TI. Il le­ga­le ha avan­za­to istan­za, in via pre­giu­di­zia­le, di so­spen­sio­ne del giu­di­zio in at­te­sa della de­fi­ni­zio­ne del pro­ces­so pe­na­le e di in­te­gra­zio­ne del con­trad­dit­to­rio con il ci­ta­to ROSCI, quale quar­to com­po­nen­te della Com­mis­sio­ne di gara, men­tre nel me­ri­to ha de­dot­to che il con­su­len­te di parte nel­l’am­bi­to del men­zio­na­to pro­ce­di­men­to ha con­fu­ta­to pun­tual­men­te le os­ser­va­zio­ni espres­se dal pe­ri­to no­mi­na­to dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro pe­na­le, pre­ci­san­do, tra l’al­tro, che l’ap­por­to del giu­di­zio del pre­det­to mem­bro non tec­ni­co del­l’Or­ga­no col­le­gia­le ri­sul­ta del tutto inin­fluen­te ai fini della clas­si­fi­ca fi­na­le del­l’ap­pal­to; il pa­tro­ci­na­to­re, inol­tre, dopo aver sot­to­li­nea­to che non sus­si­ste la nul­li­tà del con­trat­to sti­pu­la­to dalla Pro­vin­cia di Ver­cel­li, che nes­su­na azio­ne di­ret­ta a far va­le­re sif­fat­to vizio è stata in­ten­ta­ta dal­l’En­te lo­ca­le in pa­ro­la e dal­l’A.T.I. ag­giu­di­ca­ta­ria e che, co­mun­que, l’as­se­ri­ta nul­li­tà in­vo­ca­ta dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le non è mi­ni­ma­men­te pro­va­ta in quan­to il pro­ces­so pe­na­le è an­co­ra pen­den­te in primo grado, ha con­te­sta­to il di­fet­to del dolo e della colpa grave non­ché la stes­sa sus­si­sten­za del danno alla con­cor­ren­za, sul ri­lie­vo che nes­sun pre­giu­di­zio pa­tri­mo­nia­le è stato pa­ti­to dal pre­fa­to Ente lo­ca­le in re­la­zio­ne al de­scrit­to af­fi­da­men­to. In via su­bor­di­na­ta, la di­fe­sa ha chie­sto, da un lato, di pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne anche il con­tri­bu­to cau­sa­le del sud­det­to ROSCI, nella veste di quar­to com­po­nen­te della Com­mis­sio­ne, dal­l’al­tra, l’ap­pli­ca­zio­ne di un ampio po­te­re ri­dut­ti­vo.
Il con­ve­nu­to ACER­BO si è co­sti­tui­to in giu­di­zio con me­mo­ria de­po­si­ta­ta in data 04.04.2014, av­va­len­do­si del pa­tro­ci­nio degli Av­vo­ca­ti Teo­do­sio PA­FUN­DI e Mas­si­mo MUS­SA­TO. I le­ga­li hanno ec­ce­pi­to, in via prin­ci­pa­le, per quan­to con­cer­ne l’ap­pal­to “Mi­glio­ra­men­to si­cu­rez­za cir­co­la­zio­ne S.P. 299”, il di­fet­to di prova circa l’al­te­ra­zio­ne dei pun­teg­gi a fa­vo­re del­l’A.T.I. ag­giu­di­ca­ta­ria, met­ten­do in ri­sal­to che la di­scra­sia degli stes­si sa­reb­be co­mun­que mi­ni­ma e del tutto inin­fluen­te ai fini del­l’in­di­vi­dua­zio­ne del­l’of­fer­ta mi­glio­re, che lievi ret­ti­fi­che hanno ri­guar­da­to tutti i con­cor­ren­ti, che il rag­grup­pa­men­to vin­ci­to­re ha pre­sen­ta­to l’of­fer­ta net­ta­men­te più fa­vo­re­vo­le e che la Pro­cu­ra Re­gio­na­le non ha mai con­te­sta­to la con­grui­tà dei pun­teg­gi at­tri­bui­ti in modo de­fi­ni­ti­vo ai sin­go­li ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci; nella me­de­si­ma vi­sua­le, inol­tre, il col­le­gio di­fen­si­vo ha de­dot­to che nella fat­ti­spe­cie in esame non può sus­si­ste­re la nul­li­tà dei con­trat­ti sti­pu­la­ti dal­l’En­te lo­ca­le, anche in fun­zio­ne delle spe­ci­fi­che di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria di ap­pal­ti ri­ve­nien­ti dal Di­rit­to Co­mu­ni­ta­rio, che di­fet­ta il re­qui­si­to sog­get­ti­vo del dolo e della colpa grave e che ap­pa­re ma­ni­fe­sta­men­te ca­ren­te l’e­le­men­to strut­tu­ra­le del danno alla con­cor­ren­za teo­riz­za­to dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, at­te­so che nes­sun pre­giu­di­zio era­ria­le è stato ar­re­ca­to alla Pro­vin­cia di Ver­cel­li in qua­li­tà di sta­zio­ne ap­pal­tan­te. In or­di­ne al­l’af­fi­da­men­to re­la­ti­vo alla “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, la di­fe­sa ha sot­to­li­nea­to, da un lato, che l’Av­vo­ca­to ROSCI ha sot­to­scrit­to i ver­ba­li della gara in ras­se­gna e non ha mai di­sco­no­sciu­to la pro­pria firma, dal­l’al­tro, che il me­de­si­mo ha con­di­vi­so i giu­di­zi tec­ni­ci espres­si dagli altri com­po­nen­ti del seg­gio di gara, men­tre con ri­fe­ri­men­to al tempo im­pie­ga­to per l’e­sple­ta­men­to delle se­du­te ri­ser­va­te hanno chia­ri­to che si trat­ta di un nu­me­ro di ore ade­gua­to in fun­zio­ne, tra l’al­tro, del­l’al­tis­si­ma pre­pa­ra­zio­ne e com­pe­ten­za dei fun­zio­na­ri pre­po­sti. I le­ga­li, in­fi­ne, hanno cen­su­ra­to, in su­bor­di­ne, la quan­ti­fi­ca­zio­ne del no­cu­men­to ope­ra­ta da parte pub­bli­ca, evi­den­zian­do l’e­si­gen­za di te­ne­re conto, in ogni caso, del­l’ap­por­to cau­sa­le di tutti i com­po­nen­ti delle Com­mis­sio­ni di gara e di altri sog­get­ti in­ter­ni al­l’En­te ter­ri­to­ria­le, al fine di as­si­cu­ra­re il ri­spet­to del prin­ci­pio della par­zia­rie­tà del­l’ob­bli­ga­zio­ne ri­sar­ci­to­ria; in via del tutto gra­da­ta hanno chie­sto l’ap­pli­ca­zio­ne del po­te­re ri­dut­ti­vo.
In aper­tu­ra del di­bat­ti­men­to il no­mi­na­to SGUOT­TI, già co­sti­tui­to in giu­di­zio, ha de­po­si­ta­to nuovo atto di de­le­ga con il quale ha con­fe­ri­to la rap­pre­sen­tan­za anche al­l’Av­vo­ca­to Gior­gio MA­LIN­VER­NI, che ha ri­chia­ma­to tutte le con­clu­sio­ni, pre­giu­di­zia­li e di me­ri­to, in­di­ca­te dal sud­det­to Av­vo­ca­to PRET­TI nella prima com­par­sa.
Nel corso del­l’ar­ti­co­la­ta di­scus­sio­ne svi­lup­pa­ta­si nel­l’am­bi­to del­l’o­dier­na Udien­za, il Pro­cu­ra­to­re Re­gio­na­le, dopo aver ri­chia­ma­to l’at­to in­tro­dut­ti­vo del giu­di­zio e le sue con­clu­sio­ni, si è op­po­sto, in via pre­giu­di­zia­le, alle istan­ze di so­spen­sio­ne della causa e di in­te­gra­zio­ne del con­trad­dit­to­rio for­mu­la­te dalla di­fe­sa del con­ve­nu­to SGUOT­TI, met­ten­do in ri­sal­to la piena au­to­no­mia del giu­di­zio di re­spon­sa­bi­li­tà ri­spet­to a quel­lo pe­na­le e pre­ci­san­do che la con­te­sta­zio­ne è a ti­to­lo di dolo e che, co­mun­que, anche nel­l’i­po­te­si di colpa grave la pre­sen­za degli altri sog­get­ti evo­ca­ti dai le­ga­li non si ap­pa­le­sa in­di­spen­sa­bi­le e ne­ces­sa­ria, at­te­sa la pos­si­bi­li­tà di de­dur­re in astrat­to la quota del danno ri­con­du­ci­bi­le agli even­tua­li con­cor­ren­ti; per quan­to con­cer­ne gli ele­men­ti strut­tu­ra­li della con­dot­ta e del re­qui­si­to sog­get­ti­vo, parte pub­bli­ca ha evi­den­zia­to che i di­ver­si con­ve­nu­ti, a vario ti­to­lo, hanno mo­di­fi­ca­to in­ten­zio­nal­men­te i pun­teg­gi tec­ni­ci prima del­l’a­per­tu­ra dei pli­chi con­te­nen­ti le of­fer­te eco­no­mi­che, allo scopo di fa­vo­ri­re le A.T.I. ri­sul­ta­te poi ag­giu­di­ca­ta­rie, in re­la­zio­ne ai primi due ap­pal­ti in pre­ce­den­za de­scrit­ti, men­tre con ri­fe­ri­men­to al terzo af­fi­da­men­to di la­vo­ri hanno al­te­ra­to la pro­ce­du­ra se­let­ti­va di gara me­dian­te la pa­le­se inos­ser­van­za dei prin­ci­pi fon­da­men­ta­li di evi­den­za pub­bli­ca, po­nen­do­si in aper­to con­tra­sto con l’ar­ti­co­lo 1418 del Co­di­ce Ci­vi­le che pre­ve­de la nul­li­tà del con­trat­to per vio­la­zio­ne di norme im­pe­ra­ti­ve; ha chia­ri­to, inol­tre, che la Di­ret­ti­va ri­cor­si nr. 2007/66/CE non è ap­pli­ca­bi­le alla pre­sen­te con­tro­ver­sia in quan­to al mo­men­to della pub­bli­ca­zio­ne dei bandi di gara af­fe­ren­ti a cia­scun ap­pal­to non era an­co­ra sca­du­to il pe­rio­do di fran­chi­gia tem­po­ra­le fis­sa­to dalla fonte co­mu­ni­ta­ria in ras­se­gna per il suo re­ce­pi­men­to nel­l’or­di­na­men­to na­zio­na­le.
L’Av­vo­ca­to BEL­CRE­DI, di­fen­so­re della con­ve­nu­ta SILVA, nel ri­ba­di­re tutte le de­du­zio­ni pro­spet­ta­te nel li­bel­lo di­fen­si­vo, da un lato, ha sot­to­li­nea­to, per quan­to ri­guar­da l’ap­pal­to de­no­mi­na­to “Giu­ri­sdi­zio­ne A”, che si è ve­ri­fi­ca­ta una mera in­ver­sio­ne dei pun­teg­gi tec­ni­ci at­tri­bui­ti nel con­fron­to a cop­pie, dal­l’al­tro, in me­ri­to al­l’ap­pal­to ine­ren­te alla “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, che la Pro­cu­ra Re­gio­na­le non ha ad­dot­to prove suf­fi­cien­ti con ri­fe­ri­men­to al­l’af­fer­ma­zio­ne circa l’as­se­ri­ta omes­sa par­te­ci­pa­zio­ne alle ope­ra­zio­ni di gara del no­mi­na­to ROSCI, che lo stes­so ha sot­to­scrit­to sia la sche­da di va­lu­ta­zio­ne che il ver­ba­le re­la­ti­vo al­l’af­fi­da­men­to e che, co­mun­que, i pun­teg­gi tec­ni­ci sono stati as­se­gna­ti in via de­fi­ni­ti­va nel­l’ul­ti­ma se­du­ta ri­ser­va­ta, alla quale il ci­ta­to com­po­nen­te della Com­mis­sio­ne ha di­chia­ra­to di es­se­re stato pre­sen­te.
L’Av­vo­ca­to PA­FUN­DI, pa­tro­ci­na­to­re in modo con­te­stua­le dei con­ve­nu­ti ACER­BO e BELLO, dopo aver ri­chia­ma­to tutte le cen­su­re sol­le­va­te nelle ri­spet­ti­ve com­par­se, ha avan­za­to ri­chie­sta istrut­to­ria, in via pre­giu­di­zia­le, di ac­qui­si­zio­ne di tutta la do­cu­men­ta­zio­ne at­ti­nen­te alla fase di­bat­ti­men­ta­le del pro­ces­so pe­na­le, con par­ti­co­la­re ri­fe­ri­men­to alle di­chia­ra­zio­ni rese dai te­sti­mo­ni; per quan­to con­cer­ne il me­ri­to della con­tro­ver­sia, ha posto l’ac­cen­to sulla cir­co­stan­za che non sus­si­ste alcun tipo di danno alla con­cor­ren­za, alla luce della pre­va­len­te giu­ri­spru­den­za di que­sta Corte, in quan­to i la­vo­ri sono stati ul­ti­ma­ti e col­lau­da­ti con esito fa­vo­re­vo­le, che l’A.T.I. BER­TI­NI, in ogni caso, ha ot­te­nu­to un pun­teg­gio tec­ni­co net­ta­men­te su­pe­rio­re ri­spet­to a quel­lo con­se­gui­to dal se­con­do clas­si­fi­ca­to e che, in­fi­ne, il ver­ba­le di gara ri­fe­ri­to al­l’ap­pal­to de­no­mi­na­to “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go” è stato sot­to­scrit­to dal pre­fa­to ROSCI, che ne ha quin­di con­di­vi­so in­te­gral­men­te il con­te­nu­to e le con­clu­sio­ni non aven­do mai di­sco­no­sciu­to la pro­pria firma.
L’Av­vo­ca­to PRET­TI, le­ga­le del con­ve­nu­to SGUOT­TI, nel con­fer­ma­re tutte le ec­ce­zio­ni, pre­giu­di­zia­li e di me­ri­to, for­mu­la­te nella me­mo­ria di co­sti­tu­zio­ne, per un verso, si è as­so­cia­to al­l’i­stan­za istrut­to­ria di ac­qui­si­zio­ne do­cu­men­ta­le pro­mos­sa dalla pre­ce­den­te di­fe­sa, per altro verso, ha evi­den­zia­to che le di­chia­ra­zio­ni espres­se dal sud­det­to ROSCI nei ver­ba­li di som­ma­rie in­for­ma­zio­ni te­sti­mo­nia­li sono ge­ne­ri­che, im­pre­ci­se e nel com­ples­so inat­ten­di­bi­li e che, inol­tre, il pro­prio as­si­sti­to era del tutto estra­neo al pre­sun­to si­ste­ma di fa­vo­ri­ti­smi a be­ne­fi­cio di al­cu­ne azien­de nel­l’as­se­gna­zio­ne degli ap­pal­ti da parte della Pro­vin­cia di Ver­cel­li, teo­riz­za­to dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te nel­l’at­to di ci­ta­zio­ne quale sfon­do di ca­rat­te­re ge­ne­ra­le alla do­man­da azio­na­ta.


Con­si­de­ra­to in
DI­RIT­TO


Come si evin­ce dal­l’e­spo­si­zio­ne dei fatti de­li­nea­ti in pre­mes­sa, il giu­di­zio sot­to­po­sto al­l’e­sa­me del Col­le­gio ri­guar­da, in so­stan­za, il danno pa­tri­mo­nia­le alla con­cor­ren­za, pari al 10% del va­lo­re degli ap­pal­ti sopra men­zio­na­ti, che sa­reb­be stato ca­gio­na­to dai con­ve­nu­ti alla Pro­vin­cia di Ver­cel­li, se­con­do la ri­co­stru­zio­ne di parte pub­bli­ca, in re­la­zio­ne alla pre­sun­ta con­dot­ta il­le­ci­ta dei me­de­si­mi posta in es­se­re nel corso della fase pub­bli­ci­sti­ca degli af­fi­da­men­ti, tesa a fa­vo­ri­re de­ter­mi­na­te im­pre­se a di­sca­pi­to degli altri ope­ra­to­ri che ave­va­no par­te­ci­pa­to alle cor­re­la­te pro­ce­du­re di gara.
Prima di pas­sa­re al­l’e­sa­me del me­ri­to della con­tro­ver­sia, la Se­zio­ne deve farsi ca­ri­co di af­fron­ta­re le due que­stio­ni pre­giu­di­zia­li for­mu­la­te dai le­ga­li del con­ve­nu­to SGUOT­TI nelle me­mo­rie di co­sti­tu­zio­ne e quel­la sol­le­va­ta, in modo pa­ral­le­lo, dal­l’Av­vo­ca­to PA­FUN­DI e dal­l’Av­vo­ca­to PRET­TI nel corso della di­scus­sio­ne.
La ri­chie­sta di so­spen­sio­ne del pre­sen­te giu­di­zio in at­te­sa della de­fi­ni­zio­ne del pro­ces­so pe­na­le, at­tual­men­te pen­den­te in primo grado di­nan­zi al Tri­bu­na­le di Ver­cel­li, non sol­le­ci­ta il fa­vo­re­vo­le scru­ti­nio di que­sti Giu­di­ci e deve es­se­re di­sat­te­sa.
Al ri­guar­do, preme evi­den­zia­re che, no­no­stan­te il cor­ret­to prin­ci­pio di au­to­no­mia e se­pa­ra­tez­za in­vo­ca­to dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le, e pur in pre­sen­za del­l’in­di­riz­zo giu­ri­spru­den­zia­le ri­ve­nien­te dal nuovo ar­ti­co­lo 111 della Co­sti­tu­zio­ne che po­stu­la una let­tu­ra re­strit­ti­va del­l’ar­ti­co­lo 295 del C.P.C., poi­ché il va­lo­re della sol­le­ci­ta de­fi­ni­zio­ne del giu­di­zio di­vie­ne, in linea di mas­si­ma, pre­va­len­te ri­spet­to al va­lo­re della ten­den­za alla coe­ren­za tra i giu­di­ca­ti (ex mul­tis Se­zio­ni Riu­ni­te, Or­di­nan­za nr. 1 del 2012), la ri­chie­sta di so­spen­sio­ne col­ti­va­ta dalla di­fe­sa del con­ve­nu­to SGUOT­TI po­treb­be ri­ve­lar­si in astrat­to am­pia­men­te giu­sti­fi­ca­ta, non certo come scel­ta ne­ces­sa­ria ed ob­bli­ga­ta, con­si­de­ra­ti i sud­det­ti ca­no­ni che ap­pa­io­no ormai del tutto con­so­li­da­ti (ex mul­tis Corte di Cas­sa­zio­ne, SS.​UU., nr. 1768 del 2011), bensì come espres­sio­ne di una va­lu­ta­zio­ne di­scre­zio­na­le di op­por­tu­ni­tà ri­mes­sa al pru­den­te ap­prez­za­men­to del Col­le­gio, in fun­zio­ne della cir­co­stan­za ine­ren­te alla sus­si­sten­za nella fat­ti­spe­cie in ras­se­gna del­l’in­di­spen­sa­bi­le pre­sup­po­sto rap­pre­sen­ta­to da un chia­ro nesso di di­pen­den­za e di pre­giu­di­zia­li­tà giu­ri­di­ca oltre che lo­gi­ca; non è su­per­fluo ram­men­ta­re, in­fat­ti, che la Su­pre­ma Corte ha più volte pro­pu­gna­to il prin­ci­pio se­con­do cui l’i­do­nei­tà del pro­ce­di­men­to pre­giu­di­can­te a pro­dur­re una de­ci­sio­ne che ac­qui­si­sca forza di giu­di­ca­to nel pro­ce­di­men­to pre­giu­di­ca­to, con­sen­te di ri­te­ne­re rea­liz­za­to il pre­sup­po­sto della so­spen­sio­ne di que­st’ul­ti­mo, a mente del sud­det­to ar­ti­co­lo 295 C.P.C., in at­te­sa della de­fi­ni­zio­ne di quel­lo (ex mul­tis Corte di Cas­sa­zio­ne, II Sez., nr. 22646 del 2013). In altri ter­mi­ni, e con mag­gio­re am­piez­za espli­ca­ti­va, l’e­ven­tua­le Sen­ten­za pe­na­le de­fi­ni­ti­va di con­dan­na o di as­so­lu­zio­ne pro­nun­cia­ta a se­gui­to del di­bat­ti­men­to fa­reb­be stato, a te­no­re degli ar­ti­co­li 651 e 652 del C.P.P., nel pre­sen­te giu­di­zio di re­spon­sa­bi­li­tà con ri­fe­ri­men­to al­l’ac­cer­ta­men­to del fatto ma­te­ria­le, at­te­so che la con­dot­ta at­tri­bui­ta ai con­ve­nu­ti nel­l’at­to di ci­ta­zio­ne, dalla quale di­scen­de­reb­be il re­cla­ma­to pre­giu­di­zio era­ria­le, si fonda pro­prio sul­l’im­pu­ta­zio­ne for­mu­la­ta dal G.U.P. pres­so il Tri­bu­na­le di Ver­cel­li dei reati pre­vi­sti e pu­ni­ti dagli ar­ti­co­li 476, 479 e 323 del C.P.. Del resto, la pre­te­sa ri­sar­ci­to­ria ri­ven­di­ca­ta dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te muove esclu­si­va­men­te dalle ri­sul­tan­ze emer­se nella fase delle in­da­gi­ni pre­li­mi­na­ri, co­mun­que con­te­sta­te ed av­ver­sa­te in­te­gral­men­te dagli odier­ni con­ve­nu­ti, senza che le stes­se siano state an­co­ra va­glia­te e ri­scon­tra­te al­me­no dal Giu­di­ce pe­na­le di primo grado, di­fet­tan­do nel caso spe­ci­fi­co, di con­se­guen­za, al co­spet­to di fi­gu­re pe­nal­men­te ri­le­van­ti al­quan­to com­ples­se in ter­mi­ni di di­mo­stra­zio­ne della loro sus­si­sten­za, quali i de­lit­ti di falso, ideo­lo­gi­co e ma­te­ria­le, e di abuso d’uf­fi­cio, anche quel­l’e­le­men­to for­ma­le mi­ni­mo che, in via ge­ne­ra­le, de­ter­mi­na la na­tu­ra­le tra­spo­si­zio­ne dal­l’i­po­te­si di so­spen­sio­ne ne­ces­sa­ria di cui al pre­fa­to ar­ti­co­lo 295 del C.P.C. alla fi­gu­ra gra­da­ta della so­spen­sio­ne fa­col­ta­ti­va con­tem­pla­ta dal­l’ar­ti­co­lo 337 del Co­di­ce di rito, ossia la de­fi­ni­zio­ne del giu­di­zio pre­giu­di­can­te con Sen­ten­za non pas­sa­ta in giu­di­ca­to, se­con­do l’o­rien­ta­men­to a que­sto punto del tutto mag­gio­ri­ta­rio ac­cre­di­ta­to dalla Corte di le­git­ti­mi­tà (ex mul­tis SS.​UU. nr. 10027 del 2012). In de­fi­ni­ti­va, la ra­gio­ne as­sor­ben­te della reie­zio­ne del­l’i­stan­za di so­spen­sio­ne di que­sto giu­di­zio, che, in astrat­to, nel caso spe­ci­fi­co sot­to­po­sto alla co­gni­zio­ne della Se­zio­ne, po­treb­be pa­le­sar­si del tutto per­sua­si­va e con­vin­cen­te, in virtù del­l’e­spe­ri­men­to del­l’a­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà sol­tan­to sulla base delle ri­sul­tan­ze degli ac­cer­ta­men­ti, allo stato cer­ta­men­te con­tro­ver­si, ef­fet­tua­ti dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro pe­na­le nella fase delle in­da­gi­ni pre­li­mi­na­ri, in­te­ra­men­te mu­tua­ti dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le senza al­le­ga­re ul­te­rio­ri ri­scon­tri, ri­sie­de nella pal­ma­re con­sta­ta­zio­ne che, in con­cre­to, il com­por­ta­men­to rea­liz­za­to dai con­ve­nu­ti, anche lad­do­ve fosse ef­fet­ti­va­men­te ac­cla­ra­to come reato, con Sen­ten­za ir­re­vo­ca­bi­le, al­l’e­si­to del re­la­ti­vo pro­ces­so, non sa­reb­be tut­ta­via ido­neo, in ogni caso, a de­ter­mi­na­re quel­le con­se­guen­ze au­to­ma­ti­che so­ste­nu­te dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te in punto di con­fi­gu­ra­zio­ne della fi­gu­ra pe­cu­lia­re di danno pa­tri­mo­nia­le alla con­cor­ren­za, come me­glio sarà chia­ri­to nei suc­ces­si­vi pas­sag­gi della mo­ti­va­zio­ne at­ti­nen­te al pre­sen­te prov­ve­di­men­to.
Ve­nen­do alla se­con­da do­glian­za di ca­rat­te­re pre­giu­di­zia­le, deve es­se­re re­spin­ta l’i­stan­za di in­te­gra­zio­ne del con­trad­dit­to­rio con il no­mi­na­to ROSCI, in qua­li­tà di quar­to com­po­nen­te della Com­mis­sio­ne di gara nel­l’ap­pal­to re­la­ti­vo alla “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, sem­pre sol­le­va­ta dalla di­fe­sa del no­mi­na­to SGUOT­TI.
Esclu­sa in ra­di­ce la sus­si­sten­za di una fat­ti­spe­cie con­no­ta­ta da ipo­te­si di li­ti­scon­sor­zio ne­ces­sa­rio, in di­spar­te la que­stio­ne af­fe­ren­te alla dia­tri­ba sorta in giu­ri­spru­den­za in or­di­ne alla com­pa­ti­bi­li­tà del po­te­re sin­da­ca­to­rio ri­co­no­sciu­to al Giu­di­ce con­ta­bi­le con i prin­ci­pi del giu­sto pro­ces­so con­sa­cra­ti nel­l’ar­ti­co­lo 111 della Co­sti­tu­zio­ne, ma ram­men­tan­do, co­mun­que, la cir­co­stan­za se­con­do cui l’or­di­ne di in­te­gra­zio­ne da parte del Col­le­gio ri­ve­ste ca­rat­te­re as­so­lu­ta­men­te ec­ce­zio­na­le (ex mul­tis I Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Cen­tra­le, Sen­ten­za nr. 92 del 2011), è suf­fi­cien­te os­ser­va­re, come cor­ret­ta­men­te evi­den­zia­to dal­l’at­to­re nel corso del di­bat­ti­men­to, che la con­te­sta­zio­ne pro­mos­sa dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le è a ti­to­lo di dolo, per cui in caso di con­dan­na sa­reb­be ap­pli­ca­bi­le nella fase ese­cu­ti­va il ca­no­ne della re­spon­sa­bi­li­tà so­li­da­le per l’in­te­ro no­cu­men­to; ma anche qua­lo­ra in­ter­ve­nis­se una pro­nun­cia di con­dan­na per colpa grave, tro­ve­reb­be spa­zio la ne­ces­sa­ria de­li­ba­zio­ne in astrat­to, nel­l’ot­ti­ca del nesso ezio­lo­gi­co, del­l’e­ven­tua­le con­cor­so cau­sa­le ri­con­du­ci­bi­le ad altri sog­get­ti, non con­ve­nu­ti dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le o non con­ve­ni­bi­li per qual­sia­si causa, ai fini del­l’in­di­vi­dua­zio­ne della pre­ci­sa quota da ad­de­bi­ta­re a co­lo­ro che sono stati evo­ca­ti in giu­di­zio dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, in re­la­zio­ne al prin­ci­pio della par­zia­rie­tà del­l’ob­bli­ga­zio­ne ri­sar­ci­to­ria con­sa­cra­to dal­l’ar­ti­co­lo 1, comma 1 qua­ter, della Legge nr. 20 del 1994.
Anche la terza que­stio­ne pre­giu­di­zia­le, con­cer­nen­te la ri­chie­sta istrut­to­ria di ac­qui­si­zio­ne do­cu­men­ta­le del con­te­nu­to delle te­sti­mo­nian­ze rese nella fase di­bat­ti­men­ta­le nel­l’am­bi­to del pro­ces­so pe­na­le, at­te­sa la per­fet­ta iden­ti­tà dei fatti da ac­cer­ta­re, ma­ni­fe­sta­ta in aper­tu­ra del pro­prio in­ter­ven­to dal­l’Av­vo­ca­to PA­FUN­FI, alla quale si è suc­ces­si­va­men­te as­so­cia­to l’Av­vo­ca­to PRET­TI, non in­ter­cet­ta il po­si­ti­vo av­vi­so del Col­le­gio.
In tale pro­spet­ti­va, que­sti Giu­di­ci ri­ten­go­no che la pre­det­ta istan­za non sia da con­si­de­rar­si am­mis­si­bi­le, in quan­to del tutto ir­ri­le­van­te ed inin­fluen­te o, co­mun­que, non de­ter­mi­nan­te ai fini della de­ci­sio­ne; in altre pa­ro­le, giova sot­to­li­nea­re che nel co­pio­so ma­te­ria­le do­cu­men­ta­le al­le­ga­to e ri­ver­sa­to nel fa­sci­co­lo pro­ces­sua­le dalle parti tro­va­no suf­fi­cien­te ri­scon­tro tutti gli ele­men­ti per giun­ge­re ad una ana­li­ti­ca ri­co­stru­zio­ne della cor­ni­ce che de­fi­ni­sce la di­na­mi­ca degli av­ve­ni­men­ti ca­rat­te­riz­zan­ti la pre­sen­te fat­ti­spe­cie. A tal pro­po­si­to, cade op­por­tu­no evi­den­zia­re che nella giu­ri­spru­den­za della Su­pre­ma Corte si sono ac­cre­di­ta­ti sul tema delle ri­chie­ste istrut­to­rie due orien­ta­men­ti di­ver­si ma com­ple­men­ta­ri: se­con­do il primo, più re­strit­ti­vo, l’ac­co­gli­men­to delle pre­fa­te istan­ze è ri­mes­so al pru­den­te ap­prez­za­men­to del Giu­di­ce di me­ri­to, che non è te­nu­to a spe­ci­fi­ca­re le ra­gio­ni per le quali ri­tie­ne di non av­va­ler­se­ne (ex mul­tis nnrr. 12997 del 2004, 12493 e 10 del 2002 e 15983 del 2000); alla luce di altro in­di­riz­zo, più esten­si­vo, pur es­sen­do am­mes­so il sin­da­ca­to in sede di le­git­ti­mi­tà, per vizio di mo­ti­va­zio­ne, dei prov­ve­di­men­ti po­si­ti­vi o ne­ga­ti­vi sulle ri­chie­ste in pa­ro­la, resta co­mun­que ferma la ne­ces­si­tà di di­mo­stra­re la de­ci­si­vi­tà, ai fini della ri­so­lu­zio­ne della con­tro­ver­sia, del punto sul quale la mo­ti­va­zio­ne è stata omes­sa o mal for­mu­la­ta. Il ri­chie­den­te, in de­fi­ni­ti­va, è sem­pre gra­va­to del­l’o­ne­re di met­te­re in ri­sal­to l’e­si­sten­za di uno spe­ci­fi­co rap­por­to di cau­sa­li­tà lo­gi­ca tra la cir­co­stan­za che si as­su­me tra­scu­ra­ta e la so­lu­zio­ne giu­ri­di­ca data alla con­tro­ver­sia, tale da far ri­te­ne­re, at­tra­ver­so un giu­di­zio di ra­gio­ne­vo­le cer­tez­za, che quel­la cir­co­stan­za, ove fosse stata con­si­de­ra­ta, avreb­be po­tu­to in­ve­ce por­ta­re ad una di­ver­sa so­lu­zio­ne della lite (ex mul­tis nr. 15466 del 2002). Ove la de­ci­si­vi­tà della ri­chie­sta istrut­to­ria pre­ter­mes­sa non sia con­fi­gu­ra­bi­le, in­fat­ti, torna ap­pli­ca­bi­le il prin­ci­pio per il quale sol­tan­to al Giu­di­ce del me­ri­to spet­ta in­di­vi­dua­re le fonti del pro­prio li­be­ro con­vin­ci­men­to, va­lu­ta­re le prove e sce­glie­re, tra le ri­sul­tan­ze pro­ba­to­rie, quel­le ri­te­nu­te ido­nee a di­mo­stra­re i fatti in di­scus­sio­ne (ex mul­tis nr. 1892 del 2002). Ciò chia­ri­to, l’i­stan­za istrut­to­ria avan­za­ta in Udien­za dai le­ga­li dei con­ve­nu­ti, come sopra pre­ci­sa­to, in­di­pen­den­te­men­te dal­l’a­de­sio­ne ad una delle due con­ce­zio­ni in ras­se­gna, non ap­pa­re né de­ci­si­va, né de­ter­mi­nan­te o ri­le­van­te ai fini della de­ci­sio­ne della causa e, di con­se­guen­za, ori­gi­ne­reb­be un’i­nu­ti­le ag­gra­vio del giu­di­zio, anche in re­la­zio­ne al prin­ci­pio della ra­gio­ne­vo­le du­ra­ta del pro­ces­so di cui al­l’ar­ti­co­lo 111 della Co­sti­tu­zio­ne, te­nen­do conto, pe­ral­tro, di quan­to espli­ci­ta­to nel pro­sie­guo della mo­ti­va­zio­ne.
Una volta va­glia­te tutte le que­stio­ni pre­giu­di­zia­li, il Col­le­gio pro­ce­de­rà alla di­sa­mi­na delle ar­go­men­ta­zio­ni di me­ri­to poste a fon­da­men­to della sud­det­ta azio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà da parte del­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, e delle cor­re­la­te con­tro­de­du­zio­ni for­mu­la­te dai di­fen­so­ri dei con­ve­nu­ti, molte delle quali pre­sen­ta­no una con­no­ta­zio­ne co­mu­ne a tutte le di­fe­se.
In tale ot­ti­ca, la Se­zio­ne re­pu­ta ne­ces­sa­rio pren­de­re l’ab­bri­vo da una va­lu­ta­zio­ne di fondo che ab­brac­cia in modo di­ret­to tutto il suc­ces­si­vo or­di­to mo­ti­va­zio­na­le: la Pro­cu­ra Re­gio­na­le fonda la pro­pria pre­te­sa ri­sar­ci­to­ria su due pre­sup­po­sti con­nes­si ed in­ter­di­pen­den­ti, i quali, tut­ta­via, ap­pa­io­no er­ra­ti nella loro pro­spet­ta­zio­ne ed in­fi­cia­no ir­ri­me­dia­bil­men­te le con­clu­sio­ni cui per­vie­ne l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te nel­l’at­to in­tro­dut­ti­vo del giu­di­zio: il primo at­tie­ne al­l’as­se­ri­ta di­mo­stra­zio­ne del fatto ma­te­ria­le, con ri­fe­ri­men­to al pre­sun­to com­por­ta­men­to il­le­ci­to rea­liz­za­to dai con­ve­nu­ti nella ge­stio­ne dei de­scrit­ti ap­pal­ti, men­tre il se­con­do ri­guar­da il teo­riz­za­to au­to­ma­ti­smo tra l’e­ven­tua­le ac­cer­ta­men­to del reato e la nul­li­tà vir­tua­le del con­trat­to pre­vi­sta dal­l’ar­ti­co­lo 1418, comma 1, del Co­di­ce Ci­vi­le; en­tram­be le sud­det­te de­du­zio­ni di parte pub­bli­ca de­vo­no es­se­re re­spin­te.
In primo luogo, la Se­zio­ne ri­tie­ne che il Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le non abbia ad­dot­to prove suf­fi­cien­ti ed uni­vo­che per av­va­lo­ra­re in modo con­vin­cen­te l’i­po­te­si ac­cu­sa­to­ria, nel­l’ot­ti­ca della con­dot­ta posta in es­se­re dai no­mi­na­ti SILVA, ACER­BO BELLO e SGUOT­TI, sotto il pro­fi­lo della com­mis­sio­ne di una o più fat­ti­spe­cie pe­nal­men­te ri­le­van­ti o, co­mun­que, di un con­te­gno an­ti­giu­ri­di­co che possa es­se­re qua­li­fi­ca­to come il­le­ci­to. In me­ri­to agli ap­pal­ti de­no­mi­na­ti “Giu­ri­sdi­zio­ne A” e “Mi­glio­ra­men­to si­cu­rez­za cir­co­la­zio­ne S.P. 299”, in­fat­ti, le af­fer­ma­zio­ni dei con­ve­nu­ti in­te­res­sa­ti che hanno chia­ri­to nelle pro­prie de­du­zio­ni il ri­cor­re­re di mere di­scra­sie, er­ro­ri ma­te­ria­li ed epi­so­di­che in­ver­sio­ni dei pun­teg­gi as­se­gna­ti, pe­ral­tro ri­guar­dan­ti anche altri ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci, non­ché la cir­co­stan­za che co­mun­que i pun­teg­gi tec­ni­ci fi­na­li at­tri­bui­ti ai con­cor­ren­ti cor­ri­spon­do­no esat­ta­men­te alle medie ri­sul­tan­ti dalle sche­de di va­lu­ta­zio­ne dei com­mis­sa­ri al­le­ga­te al ver­ba­le di gara, co­sti­tui­sco­no tesi di­fen­si­ve non certo in­ve­ro­si­mi­li ed ir­ra­zio­na­li dal punto di vista og­get­ti­vo, che ben po­treb­be­ro co­sti­tui­re va­li­de giu­sti­fi­ca­zio­ni del loro ope­ra­to ov­ve­ro in­te­gra­re sem­pli­ci ir­re­go­la­ri­tà; al ri­guar­do, non è su­per­fluo ram­men­ta­re che è colui che agi­sce in giu­di­zio il sog­get­to de­pu­ta­to a suf­fra­ga­re, ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 2697 del Co­di­ce Ci­vi­le, i fatti che co­sti­tui­sco­no il fon­da­men­to del di­rit­to ri­ven­di­ca­to, ma l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, come sopra pre­ci­sa­to, non ha sod­di­sfat­to sif­fat­to onere tas­sa­ti­vo con ele­men­ti di prova so­li­di ed in­con­tro­ver­ti­bi­li, sul ri­lie­vo che i fat­to­ri de­dot­ti da parte pub­bli­ca non sono as­si­sti­ti, a pa­re­re della Se­zio­ne, da ele­va­to ri­go­re lo­gi­co uni­di­re­zio­na­le. Del resto, cade op­por­tu­no sot­to­li­nea­re che tutti i dati e le ope­ra­zio­ni con­te­nu­ti nei files di la­vo­ro dei con­ve­nu­ti, qua­li­fi­ca­bi­li come meri bro­gliac­ci, non pos­so­no che ri­ve­sti­re ca­rat­te­re pre­ca­rio e prov­vi­so­rio prima della de­fi­ni­ti­va ver­ba­liz­za­zio­ne, che ne sug­gel­la la ri­le­van­za ester­na e con­fe­ri­sce loro la na­tu­ra di prova le­ga­le ti­pi­ca del­l’at­to pub­bli­co, con il co­rol­la­rio che gli stes­si sono sem­pre su­scet­ti­bi­li di ret­ti­fi­che prima della sot­to­scri­zio­ne del ver­ba­le per sa­na­re even­tua­li er­ro­ri ma­te­ria­li e di cal­co­lo. Cer­ta­men­te sa­reb­be sem­pre pre­fe­ri­bi­le, in linea ge­ne­ra­le, pro­ce­de­re alla ver­ba­liz­za­zio­ne con­te­stua­le al ter­mi­ne di ogni sin­go­la se­du­ta ri­ser­va­ta, con la ria­per­tu­ra del­l’at­to nel mo­men­to della ri­pre­sa delle ope­ra­zio­ni di gara, pro­ce­du­ra che as­si­cu­ra la mas­si­ma tra­spa­ren­za e le mi­glio­ri ga­ran­zie, ma in­dub­bia­men­te l’ar­ti­co­lo 78 del Co­di­ce sui con­trat­ti pub­bli­ci di cui al De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo nr. 163 del 2006 con­sen­te anche la ver­ba­liz­za­zio­ne rias­sun­ti­va alla fine della fase di va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te tec­ni­che, alla luce del­l’o­rien­ta­men­to as­so­lu­ta­men­te mag­gio­ri­ta­rio ac­cre­di­ta­to dal Giu­di­ce am­mi­ni­stra­ti­vo (ex mul­tis Con­si­glio di Stato, Sez. VI, Sen­ten­za nr. 1575 del 2008). In det­ta­glio, è stato pro­pu­gna­to il prin­ci­pio se­con­do il quale deve con­si­de­rar­si pie­na­men­te le­git­ti­mo il ver­ba­le re­dat­to in un unico do­cu­men­to per più se­du­te, nel caso in cui lo stes­so, nella sua ma­te­ria­li­tà, di­stin­gua chia­ra­men­te le ope­ra­zio­ni svol­te nelle sin­go­le se­du­te; il do­cu­men­to, in­fat­ti, seb­be­ne unico, in real­tà con­tie­ne più ver­ba­li di­stin­ti, che solo ma­te­rial­men­te sono ac­cor­pa­ti nel­l’am­bi­to di un unico do­cu­men­to car­ta­ceo. Quan­to al terzo ap­pal­to re­la­ti­vo alla “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, me­ri­ta evi­den­zia­re, da un lato, che l’Av­vo­ca­to ROSCI ha sot­to­scrit­to sia il ver­ba­le in cor­ri­spon­den­za di tutte le se­du­te pub­bli­che e ri­ser­va­te svol­te dalla Com­mis­sio­ne di gara, sia la sche­da di va­lu­ta­zio­ne tec­ni­ca al­le­ga­ta, senza avere mai di­sco­no­sciu­to for­mal­men­te la pro­pria firma, con il pre­ci­pi­ta­to che, allo stato, ri­ma­ne per­fet­ta­men­te in­te­gra ed in­tan­gi­bi­le la prova le­ga­le de­ri­van­te dalla forza estrin­se­ca del­l’at­to pub­bli­co, do­ta­to di fede pri­vi­le­gia­ta (ex mul­tis Adu­nan­za Ple­na­ria del Con­si­glio di Stato, De­ci­sio­ne nr. 8 del 2014), te­nen­do conto, pe­ral­tro, che co­mun­que lo stes­so le­ga­le ha di­chia­ra­to nel ver­ba­le di as­sun­zio­ne di in­for­ma­zio­ni in data 09.06.2010 di es­se­re stato pre­sen­te alla terza se­du­ta ri­ser­va­ta del 26.02.2009, quel­la de­ci­si­va per l’as­se­gna­zio­ne dei pun­teg­gi tec­ni­ci, per altro verso, il tempo im­pie­ga­to dai com­po­nen­ti del­l’Or­ga­no col­le­gia­le per l’e­sa­me delle of­fer­te tec­ni­che, re­pu­ta­to del tutto inat­ten­di­bi­le dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le, po­treb­be in­ve­ce es­se­re con­si­de­ra­to con­gruo ed ade­gua­to in fun­zio­ne del­l’al­tis­si­ma qua­li­fi­ca­zio­ne ed espe­rien­za in ma­te­ria dei con­ve­nu­ti SILVA, ACER­BO e SGUOT­TI, trat­tan­do­si di fun­zio­na­ri in ser­vi­zio pres­so il Set­to­re LL.​PP. della Pro­vin­cia di Ver­cel­li chia­ma­ti a ge­sti­re pe­rio­di­ca­men­te di­ver­se pro­ce­du­re di af­fi­da­men­to, non­ché delle altre ar­go­men­ta­zio­ni ma­ni­fe­sta­te dal con­su­len­te di parte nel pro­ce­di­men­to pe­na­le, Prof. Ing. Guido CA­PO­SIO, nella sua pe­ri­zia del 21.02.2014, le quali ap­pa­io­no in astrat­to si­cu­ra­men­te plau­si­bi­li nel­l’ot­ti­ca del cri­te­rio guida della ra­gio­ne­vo­lez­za. D’al­tra parte, la stes­sa giu­ri­spru­den­za am­mi­ni­stra­ti­va ha pre­ci­sa­to, in ter­mi­ni ge­ne­ra­li, che il tempo de­di­ca­to dalla Com­mis­sio­ne giu­di­ca­tri­ce alle ope­ra­zio­ni di scru­ti­nio non rap­pre­sen­ta un ele­men­to che possa in­va­li­da­re, di per sé, i giu­di­zi con­clu­si­vi, la cui lo­gi­ci­tà e ra­gio­ne­vo­lez­za de­vo­no es­se­re va­lu­ta­te sulla base di quan­to og­get­ti­va­men­te espres­so negli atti con­te­sta­ti, nel senso che ri­spet­to alla con­clu­sio­ne della pro­ce­du­ra va­lu­ta­ti­va ri­le­va non il tempo de­di­ca­to al­l’e­sa­me delle of­fer­te e della do­cu­men­ta­zio­ne al­le­ga­ta, ma la ve­ri­fi­ca della cor­ret­tez­za dei ri­sul­ta­ti alla stre­gua dei con­sue­ti pa­ra­me­tri di le­git­ti­mi­tà della fun­zio­ne am­mi­ni­stra­ti­va, ri­spet­to ai quali l’e­le­men­to “tempo” ri­ma­ne un fat­to­re estrin­se­co, che può as­su­me­re una ipo­te­ti­ca ri­le­van­za solo nel caso in cui, alla bre­vi­tà delle ope­ra­zio­ni con­cor­sua­li, si ac­com­pa­gni un esito del tutto ir­ra­zio­na­le ed il­lo­gi­co (ex mul­tis Con­si­glio di Stato, Sez. V, Sen­ten­za nr. 3768 del 2009).
In se­con­do luogo, ac­co­glien­do le pun­tua­li de­du­zio­ni for­mu­la­te da tutte le di­fe­se che si sono am­pia­men­te sof­fer­ma­te sullo spe­ci­fi­co pro­fi­lo, con do­vi­zia di ri­chia­mi alle pro­nun­ce più si­gni­fi­ca­ti­ve dei di­ver­si ples­si giu­ri­sdi­zio­na­li, anche lad­do­ve si vo­les­se ade­ri­re alla tesi po­stu­la­ta dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le circa la sus­si­sten­za di con­dot­te pe­nal­men­te ri­le­van­ti, a tutto con­ce­de­re alla ri­co­stru­zio­ne at­to­rea, non con­vin­ce tut­ta­via l’af­fer­ma­zio­ne pe­ren­to­ria di parte pub­bli­ca se­con­do la quale dai reati com­mes­si dai con­ve­nu­ti de­ri­ve­reb­be in modo au­to­ma­ti­co e ne­ces­si­ta­to, a ca­sca­ta, la nul­li­tà del con­trat­to sti­pu­la­to dalla sta­zio­ne ap­pal­tan­te con gli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci ri­sul­ta­ti vin­ci­to­ri, in quan­to si trat­ta di una for­za­tu­ra inac­cet­ta­bi­le che mira a so­vrap­por­re la real­tà giu­ri­di­ca a quel­la fat­tua­le che si sta­glia in modo cri­stal­li­no nelle ope­ra­zio­ni di gara, po­nen­do­si in aper­to con­tra­sto con gli ap­pro­di della dot­tri­na e della giu­ri­spru­den­za in ma­te­ria. Nel­l’am­bi­to della ca­te­go­ria dei reati “in con­trat­to”, cui si at­ta­glia la fat­ti­spe­cie in esame, es­sen­do del tutto alie­na l’al­tra ca­te­go­ria dei reati “con­trat­to”, in cui opera una vera e pro­pria im­me­de­si­ma­zio­ne del reato con il ne­go­zio giu­ri­di­co, ed esclu­sa evi­den­te­men­te la pos­si­bi­li­tà di ap­pli­ca­re la sud­det­ta Di­ret­ti­va ri­cor­si, at­te­so che il pe­rio­do di fran­chi­gia tem­po­ra­le, in­di­pen­den­te­men­te dal ca­rat­te­re au­toe­se­cu­ti­vo o meno della stes­sa fonte co­mu­ni­ta­ria, sca­de­va in data suc­ces­si­va alla pub­bli­ca­zio­ne dei bandi di gara af­fe­ren­ti agli af­fi­da­men­ti in ras­se­gna, oc­cor­re fo­ca­liz­za­re l’at­ten­zio­ne sulla norma di cui al­l’ar­ti­co­lo 1418, comma 1, del Co­di­ce Ci­vi­le, che re­ci­ta : “il con­trat­to è nullo quan­do è con­tra­rio a norme im­pe­ra­ti­ve, salvo che la Legge di­spon­ga di­ver­sa­men­te”. La di­spo­si­zio­ne in pa­ro­la pre­ve­de la co­sid­det­ta nul­li­tà vir­tua­le, cioè quel­la nul­li­tà che non at­tie­ne alla man­can­za o alla pa­to­lo­gia degli ele­men­ti strut­tu­ra­li della fat­ti­spe­cie, quali ap­pun­to la ca­ren­za della causa o del­l’og­get­to o l’il­li­cei­tà della causa, ma alla vio­la­zio­ne di norme im­pe­ra­ti­ve la cui iden­ti­fi­ca­zio­ne è ri­mes­sa alla va­lu­ta­zio­ne del­l’in­ter­pre­te, ri­cor­ren­do una fi­gu­ra di ca­rat­te­re ati­pi­co. Allo scopo di com­pren­de­re quale sia l’am­bi­to di ope­ra­ti­vi­tà della nul­li­tà vir­tua­le, me­ri­ta evi­den­zia­re che, in base al­l’o­rien­ta­men­to pro­pu­gna­to dalla giu­ri­spru­den­za di le­git­ti­mi­tà, le norme im­pe­ra­ti­ve che essa ri­chia­ma at­ten­go­no agli ele­men­ti co­sid­det­ti “in­trin­se­ci” della fat­ti­spe­cie ne­go­zia­le, i quali però non coin­ci­do­no con gli ele­men­ti strut­tu­ra­li del con­trat­to; nella no­zio­ne di ele­men­ti “in­trin­se­ci” of­fer­ta dalla ci­ta­ta giu­ri­spru­den­za, per­tan­to, rien­tra­no altri ele­men­ti, non strut­tu­ra­li, quali ad esem­pio il con­te­nu­to che, ri­chia­man­do la norma di cui al­l’ar­ti­co­lo 1322 del Co­di­ce Ci­vi­le, ri­guar­da pro­prio la li­ber­tà dei con­traen­ti di sta­bi­li­re il me­de­si­mo e di de­ter­mi­nar­lo nei li­mi­ti im­po­sti dalla Legge. Con tali pre­mes­se, cade op­por­tu­no sot­to­li­nea­re che in me­ri­to alle con­se­guen­ze sul con­trat­to nel­l’i­po­te­si della com­mis­sio­ne di reati si con­fron­ta­no due in­di­riz­zi in con­tra­sto tra loro: l’uno, co­sid­det­to “pan – pe­na­li­sti­co”, del tutto mi­no­ri­ta­rio, ten­den­te a ri­co­no­sce­re una pre­va­len­za del pre­cet­to pe­na­le, nel senso che l’il­li­cei­tà pe­na­le non può che pro­vo­ca­re anche un’il­li­cei­tà ci­vi­le e de­ter­mi­na­re la nul­li­tà del con­trat­to; l’al­tro, de­fi­ni­to “au­to­no­mi­sti­co”, che, ispi­ra­to da ra­gio­ni di con­ser­va­zio­ne con­trat­tua­le ma non per que­sto meno ri­go­ro­so, ri­tie­ne che la san­zio­ne della nul­li­tà debba es­se­re ap­pli­ca­ta te­nen­do conto non del mero dato let­te­ra­le della norma pe­na­le vio­la­ta, ma del fon­da­men­to del di­vie­to in essa pre­vi­sto e della pos­si­bi­li­tà che dalla vio­la­zio­ne della norma im­pe­ra­ti­va de­ri­vi sia la san­zio­ne pe­na­le che la nul­li­tà del­l’at­to; in altre pa­ro­le, la teo­ria “au­to­no­mi­sti­ca” muove dal­l’e­si­gen­za im­pre­scin­di­bi­le di di­ver­si­fi­ca­re il piano delle di­spo­si­zio­ni pe­na­li ef­fet­ti­va­men­te vio­la­te da quel­lo delle norme ci­vi­li­sti­che, ciò in quan­to la vio­la­zio­ne del pre­cet­to pe­na­le non è con­di­zio­ne suf­fi­cien­te a de­ter­mi­na­re la nul­li­tà di un con­trat­to se prima non si ef­fet­tua una pun­tua­le e com­ple­ta ri­qua­li­fi­ca­zio­ne della con­dot­ta in­te­gran­te il reato anche sotto il pro­fi­lo ci­vi­li­sti­co. Ciò chia­ri­to, se­con­do la con­ce­zio­ne “au­to­no­mi­sti­ca”, as­so­lu­ta­men­te pre­va­len­te nella giu­ri­spru­den­za di le­git­ti­mi­tà e di me­ri­to, solo nel caso in cui la con­dot­ta in­cri­mi­na­tri­ce abbia de­ter­mi­na­to, al­l’e­si­to della pre­fa­ta ri­qua­li­fi­ca­zio­ne, anche la vio­la­zio­ne di una re­go­la di va­li­di­tà potrà es­se­re com­mi­na­ta la più grave san­zio­ne della nul­li­tà con­trat­tua­le, men­tre nel­l’i­po­te­si di vio­la­zio­ne di una re­go­la com­por­ta­men­ta­le o di una norma di azio­ne que­sta potrà con­dur­re, al più, al­l’an­nul­la­bi­li­tà del con­trat­to a se­gui­to di istan­za della parte che vi abbia in­te­res­se ov­ve­ro ri­le­va­re sul piano della re­spon­sa­bi­li­tà nella fase delle trat­ta­ti­ve.
Tra­sfe­ren­do le de­scrit­te coor­di­na­te er­me­neu­ti­che, di ma­tri­ce ci­vi­li­sti­ca, sul ter­re­no spe­ci­fi­co degli ap­pal­ti pub­bli­ci, la man­ca­ta os­ser­van­za di norme im­pe­ra­ti­ve cui con­se­gue la nul­li­tà vir­tua­le del con­trat­to, in­di­pen­den­te­men­te dalle ipo­te­si ti­piz­za­te di inef­fi­ca­cia del con­trat­to nei casi di gravi vio­la­zio­ni con­tem­pla­te dap­pri­ma nel­l’ar­ti­co­lo 9 del De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo nr. 53 del 2010, di at­tua­zio­ne della pre­fa­ta Di­ret­ti­va 2007/66/CE, e suc­ces­si­va­men­te tra­sfu­se nel­l’ar­ti­co­lo 121 del De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo nr. 104 del 2010, norme tut­ta­via non ap­pli­ca­bi­li al­l’o­dier­na fat­ti­spe­cie, è co­sti­tui­ta esclu­si­va­men­te dalla vio­la­zio­ne dei ca­no­ni fon­da­men­ta­li ed im­pre­scin­di­bi­li che di­sci­pli­na­no la fase pub­bli­ci­sti­ca del­l’e­vi­den­za pub­bli­ca, a ga­ran­zia del mer­ca­to e della con­cor­ren­za, come nel caso di omes­sa gara, lad­do­ve venga il­le­git­ti­ma­men­te in­vo­ca­ta, fuori dei casi con­sen­ti­ti, la pro­ce­du­ra ne­go­zia­ta senza pre­via pub­bli­ca­zio­ne del bando di gara o quel­la in eco­no­mia, ov­ve­ro di pro­ce­du­ra com­pe­ti­ti­va me­ra­men­te ap­pa­ren­te o ar­ti­fi­cio­sa e priva di un reale con­fron­to tra i par­te­ci­pan­ti in se­gui­to a com­por­ta­men­ti il­le­ci­ti degli or­ga­ni in­ter­ni della sta­zio­ne ap­pal­tan­te, ov­ve­ro al ri­cor­re­re di altri gra­vis­si­mi vizi della pro­ce­du­ra di af­fi­da­men­to che in modo in­sa­na­bi­le mor­ti­fi­ca­no e mi­na­no in con­cre­to il su­pe­rio­re in­te­res­se al buon an­da­men­to ed al­l’im­par­zia­li­tà del­l’a­zio­ne am­mi­ni­stra­ti­va, pre­si­dia­ti dal­l’ar­ti­co­lo 97 della Co­sti­tu­zio­ne, sot­te­so alla cor­ni­ce di ri­fe­ri­men­to delle norme na­zio­na­li, di de­ri­va­zio­ne co­mu­ni­ta­ria, che im­pon­go­no di in­di­vi­dua­re gli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci cui as­se­gna­re gli ap­pal­ti pub­bli­ci me­dian­te re­go­le com­pe­ti­ti­ve di na­tu­ra tas­sa­ti­va e co­gen­te; al di fuori di sif­fat­te eve­nien­ze che cir­co­scri­vo­no un ben de­li­mi­ta­to pe­ri­me­tro, per­tan­to, non vi è al­cu­no spa­zio re­si­duo per teo­riz­za­re la nul­li­tà vir­tua­le del con­trat­to. In de­fi­ni­ti­va, con ri­fe­ri­men­to alla spe­ci­fi­ca di­na­mi­ca ine­ren­te alla fase di evi­den­za pub­bli­ca degli ap­pal­ti og­get­to del pre­sen­te giu­di­zio, ha er­ra­to il Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le nel ri­te­ne­re che la rea­liz­za­zio­ne di uno o più reati sia con­di­zio­ne suf­fi­cien­te per in­vo­ca­re la nul­li­tà vir­tua­le del con­trat­to sot­to­scrit­to dalla sta­zio­ne ap­pal­tan­te, poi­ché la ci­ta­ta san­zio­ne si fonda, come sopra lu­meg­gia­to, non certo sulla na­tu­ra pe­nal­men­te ri­le­van­te della con­dot­ta posta in es­se­re dagli or­ga­ni in­ter­ni del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne, bensì sugli ef­fet­ti pre­giu­di­zie­vo­li che il com­por­ta­men­to an­ti­giu­ri­di­co abbia even­tual­men­te ge­ne­ra­to sulla cor­ret­ta espli­ca­zio­ne e va­lo­riz­za­zio­ne dei prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­l’e­vi­den­za pub­bli­ca e della piena tra­spa­ren­za posti a tu­te­la del bene giu­ri­di­co es­sen­zia­le della con­cor­ren­za. D’al­tro canto, preme met­te­re in ri­sal­to la cir­co­stan­za, in di­ret­ta con­nes­sio­ne e ad ul­te­rio­re con­for­to delle os­ser­va­zio­ni in pre­ce­den­za de­li­nea­te, che anche per quan­to ri­guar­da la nul­li­tà del prov­ve­di­men­to di ag­giu­di­ca­zio­ne de­fi­ni­ti­va, atto pro­dro­mi­co alla suc­ces­si­va sti­pu­la del con­trat­to, di cui ne co­sti­tui­sce l’in­di­spen­sa­bi­le pre­sup­po­sto, l’ar­ti­co­lo 21 sep­ties della Legge nr. 241 del 1990 e suc­ces­si­ve mo­di­fi­ca­zio­ni non con­tem­pla alcun ri­fe­ri­men­to espres­so e di­ret­to alla fi­gu­ra del reato quale pos­si­bi­le causa di ap­pli­ca­zio­ne della pre­det­ta san­zio­ne; in det­ta­glio, il ci­ta­to ar­ti­co­lo 21 sep­ties sta­bi­li­sce che “è nullo il prov­ve­di­men­to am­mi­ni­stra­ti­vo che manca degli ele­men­ti es­sen­zia­li, che è vi­zia­to da di­fet­to as­so­lu­to di at­tri­bu­zio­ne, che è stato adot­ta­to in vio­la­zio­ne o elu­sio­ne del giu­di­ca­to, non­ché negli altri casi espres­sa­men­te pre­vi­sti dalla Legge”. In tale vi­sua­le, in­dub­bia­men­te ri­le­van­te per con­fu­ta­re la tesi che po­treb­be pre­di­ca­re, tra l’al­tro, la nul­li­tà de­ri­va­ta dei con­trat­ti di ap­pal­to quale con­se­guen­za di­ret­ta della nul­li­tà degli atti di ag­giu­di­ca­zio­ne pre­sup­po­sti, il Giu­di­ce am­mi­ni­stra­ti­vo ha più volte chia­ri­to il ca­no­ne se­con­do cui i prov­ve­di­men­ti am­mi­ni­stra­ti­vi che siano stati adot­ta­ti a se­gui­to di una o più con­dot­te co­sti­tuen­ti reato con­tro la fede pub­bli­ca e con­tro la Pub­bli­ca Am­mi­ni­stra­zio­ne o la cui ema­na­zio­ne abbia com­por­ta­to la com­mis­sio­ne di sif­fat­ti reati non sono af­fet­ti da ra­di­ca­le nul­li­tà ma da sem­pli­ce an­nul­la­bi­li­tà, con l’ul­te­rio­re con­se­guen­za che tali prov­ve­di­men­ti sa­reb­be­ro an­nul­la­bi­li in via di au­to­tu­te­la solo dal­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne in­te­res­sa­ta (ex mul­tis Con­si­glio di Stato, Se­zio­ne VI, Sen­ten­za nr. 5266 del 2013).
Pren­den­do l’ab­bri­vo dai de­scrit­ti pre­sup­po­sti, aval­la­ti dalla pre­va­len­te giu­ri­spru­den­za, ci­vi­le ed am­mi­ni­stra­ti­va, giova ri­mar­ca­re che nella fat­ti­spe­cie og­get­to del­l’at­to di ci­ta­zio­ne gli ap­pal­ti sono tutti stati af­fi­da­ti me­dian­te una reale pro­ce­du­ra di gara aper­ta, che offre le mas­si­me ga­ran­zie nel­l’ot­ti­ca del­l’a­per­tu­ra del mer­ca­to, in­di­vi­duan­do come cri­te­rio di ag­giu­di­ca­zio­ne quel­lo del­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca­men­te più van­tag­gio­sa, con la par­te­ci­pa­zio­ne di nu­me­ro­si ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci ef­fet­ti­va­men­te in­te­res­sa­ti al­l’at­tri­bu­zio­ne dei con­trat­ti; lo stes­so con­su­len­te del Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro pe­na­le, Ar­chi­tet­to Marco Gio­van­ni AI­MET­TI, con ri­fe­ri­men­to al­l’af­fi­da­men­to ine­ren­te alla “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go”, ha di­chia­ra­to te­stual­men­te nella sua pe­ri­zia del­l’08.06.2010 che “l’a­na­li­si del bando, i con­te­nu­ti, il si­ste­ma di as­se­gna­zio­ne dei pun­teg­gi e le mo­da­li­tà di cal­co­lo degli stes­si por­ta­no ad af­fer­ma­re che il do­cu­men­to re­dat­to è so­stan­zial­men­te ri­spet­to­so dei cri­te­ri fon­da­men­ta­li delle norme di Legge. In par­ti­co­la­re, si espri­me un pa­re­re po­si­ti­vo in me­ri­to al cri­te­rio di ag­giu­di­ca­zio­ne adot­ta­to, agli ele­men­ti di va­lu­ta­zio­ne in­di­ca­ti e al loro peso in ter­mi­ni di pun­teg­gio as­se­gna­to”. Da quan­to sopra espo­sto, si evin­ce in modo ni­ti­do e pa­le­se che i com­por­ta­men­ti con­te­sta­ti ai con­ve­nu­ti dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le, anche qua­lo­ra fos­se­ro de­fi­ni­ti­va­men­te ac­cer­ta­ti nella loro on­to­lo­gi­ca esi­sten­za lungo la di­ret­tri­ce pro­spet­ta­ta da parte pub­bli­ca, non sa­reb­be­ro stati cer­ta­men­te ido­nei a cau­sa­re una le­sio­ne dei ca­no­ni fon­da­men­ta­li del­l’e­vi­den­za pub­bli­ca da cui de­dur­re la gra­vis­si­ma san­zio­ne di nul­li­tà del con­trat­to di ap­pal­to sti­pu­la­to dalla sta­zio­ne ap­pal­tan­te, trat­tan­do­si di con­dot­te che, lungi dal­l’in­fir­ma­re ra­di­cal­men­te la le­git­ti­mi­tà e la re­go­la­ri­tà delle pro­ce­du­re di af­fi­da­men­to così come sono state con­dot­te, in­te­gre­reb­be­ro, al con­tra­rio, la vio­la­zio­ne di re­go­le com­por­ta­men­ta­li e pro­ce­di­men­ta­li at­ti­nen­ti allo svol­gi­men­to di sin­go­le e cir­co­scrit­te fasi delle ope­ra­zio­ni di gara, te­nen­do conto, pe­ral­tro, delle suc­ces­si­ve con­si­de­ra­zio­ni espres­se dalla Se­zio­ne in or­di­ne alla con­fi­gu­ra­zio­ne strut­tu­ra­le del danno alla con­cor­ren­za.
Pas­san­do alla di­sa­mi­na at­ti­nen­te al sud­det­to pre­giu­di­zio, quale ele­men­to cen­tra­le della fat­ti­spe­cie di re­spon­sa­bi­li­tà de­dot­ta dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le, tutte le di­fe­se ne hanno con­te­sta­to in modo de­ci­so la sus­si­sten­za con mol­te­pli­ci ed ar­ti­co­la­te ar­go­men­ta­zio­ni, al­cu­ne spe­ci­fi­che altre a fat­to­re co­mu­ne.
Nella pro­spet­ti­va del pe­cu­lia­re danno alla con­cor­ren­za, si stima utile ram­men­ta­re i più re­cen­ti in­di­riz­zi della giu­ri­spru­den­za della Corte dei Conti sulla spe­ci­fi­ca te­ma­ti­ca (ex mul­tis I Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Cen­tra­le, Sen­ten­za nr. 809 del 2012, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Lom­bar­dia, Sen­ten­ze nr. 980 del 2008 e nr. 598 del 2009, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Pie­mon­te, Sen­ten­ze nr. 221 del 2009 e nr. 96 del 2010, nr. 35 e nr. 44 del 2011, nr. 142 del 2012, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Abruz­zo, Sen­ten­za nr. 23 del 2011), ispi­ra­ti anche dalle ul­ti­me De­ci­sio­ni del Giu­di­ce am­mi­ni­stra­ti­vo sul punto (ex mul­tis Con­si­glio di Stato, VI Se­zio­ne, Sen­ten­za nr. 1750 del 2008, V Se­zio­ne, Sen­ten­za nr. 4089 del 2011) se­con­do i quali l’in­te­gra­le il­le­git­ti­mi­tà della pro­ce­du­ra di scel­ta del con­traen­te de­ter­mi­na una le­sio­ne con­cre­ta ed at­tua­le del fon­da­men­ta­le po­stu­la­to in pa­ro­la, di de­ri­va­zio­ne co­mu­ni­ta­ria, che in­for­ma tutta la ma­te­ria degli ap­pal­ti pub­bli­ci ed è stato più volte messo in ri­sal­to anche dalla Corte Co­sti­tu­zio­na­le in al­cu­ne note pro­nun­ce (ex mul­tis Sen­ten­ze nr. 303 del 2003, nr. 401 del 2007, nr. 160 del 2009, nr. 45 del 2010 e nr. 259 del 2013). In que­sti casi, ca­rat­te­riz­za­ti dalla vio­la­zio­ne dei ba­si­la­ri prin­ci­pi di buon an­da­men­to ed im­par­zia­li­tà di cui al­l’ar­ti­co­lo 97 della Carta, il con­trat­to sti­pu­la­to dal­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne con l’o­pe­ra­to­re eco­no­mi­co, a se­gui­to di una pro­ce­du­ra di af­fi­da­men­to vi­zia­ta in modo in­sa­na­bi­le dalla le­sio­ne del ca­no­ne della con­cor­ren­za, rap­pre­sen­ta un mero gu­scio vuoto, un sem­pli­ce si­mu­la­cro giu­ri­di­co, con il co­rol­la­rio che l’im­pren­di­to­re non ha di­rit­to di per­ce­pi­re l’u­ti­le con­nes­so al cor­ri­spet­ti­vo del­l’ap­pal­to ma sol­tan­to la somma cor­re­la­ta al­l’ar­ric­chi­men­to senza causa, ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 2041 del Co­di­ce Ci­vi­le; del resto, ap­pa­re chia­ro che in tale eve­nien­za l’im­pre­sa ag­giu­di­ca­ta­ria del­l’ap­pal­to, dando ese­cu­zio­ne al con­trat­to vi­zia­to e ri­ce­ven­do­ne il cor­ri­spet­ti­vo, ha con­se­gui­to un pro­fit­to in­de­bi­to che non avreb­be ot­te­nu­to se la pro­ce­du­ra di af­fi­da­men­to si fosse svol­ta in modo le­git­ti­mo, trat­tan­do­si di un rap­por­to “sine ti­tu­lo” ba­sa­to su un ne­go­zio giu­ri­di­co suc­ces­si­va­men­te di­chia­ra­to inef­fi­ca­ce dal Giu­di­ce. A tal pro­po­si­to, anche la Su­pre­ma Corte, con giu­ri­spru­den­za ormai del tutto con­so­li­da­ta (ex mul­tis SS.​UU. nnrr. 23385 del 2008 e 1875 del 2009), ha pre­ci­sa­to in modo netto che, in pre­sen­za di con­trat­ti di ap­pal­to tra ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci pri­va­ti e Pub­bli­che Am­mi­ni­stra­zio­ni, af­fet­ti da nul­li­tà as­so­lu­ta per vio­la­zio­ne delle norme di evi­den­za pub­bli­ca, che rap­pre­sen­ta­no re­go­le in­de­ro­ga­bi­li co­sti­tuen­ti un vero e pro­prio si­ste­ma ri­gi­do e vin­co­lan­te, ri­col­le­ga­bi­le al prin­ci­pio del buon an­da­men­to di dette Am­mi­ni­stra­zio­ni in un qua­dro di cer­tez­za e di tra­spa­ren­za, è am­mes­so esclu­si­va­men­te il pa­ga­men­to del­l’in­den­niz­zo pre­vi­sto dal­l’ar­ti­co­lo 2041 del Co­di­ce Ci­vi­le, nei li­mi­ti del de­pau­pe­ra­men­to su­bi­to dal pri­va­to, con esclu­sio­ne dei be­ne­fi­ci e delle aspet­ta­ti­ve con­nes­si con il cor­ri­spet­ti­vo pat­tui­to, con par­ti­co­la­re ri­fe­ri­men­to al “pro­fit­to di im­pre­sa”. Pro­prio il men­zio­na­to utile di im­pre­sa, nor­mal­men­te quan­ti­fi­ca­to in via pre­sun­ti­va con una per­cen­tua­le va­ria­bi­le tra il 5% ed il 10% del­l’im­por­to del con­trat­to, a se­con­da del­l’og­get­to del­l’ap­pal­to (beni e ser­vi­zi ov­ve­ro la­vo­ri), in fun­zio­ne della di­spo­si­zio­ne con­tem­pla­ta dal­l’ar­ti­co­lo 134 del Co­di­ce di cui al De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo nr. 163 del 2006, co­sti­tui­sce il pa­ra­me­tro uti­liz­za­to abi­tual­men­te dalla giu­ri­spru­den­za del Giu­di­ce con­ta­bi­le per la li­qui­da­zio­ne del sud­det­to danno alla con­cor­ren­za che viene posto a ca­ri­co del per­so­na­le della sta­zio­ne ap­pal­tan­te au­to­re della vio­la­zio­ne. Non man­ca­no nel pa­no­ra­ma giu­ri­spru­den­zia­le, tut­ta­via, al­cu­ne pro­nun­ce che hanno of­fer­to un’in­ter­pre­ta­zio­ne mag­gior­men­te re­strit­ti­va, le quali, ri­fug­gen­do in modo netto dalla teo­ria del danno alla con­cor­ren­za, hanno pre­ci­sa­to che il va­lo­re dif­fe­ren­zia­le fra le con­di­zio­ni con­trat­tua­li con­cre­ta­men­te ap­pli­ca­te e quel­le che sa­reb­be­ro sca­tu­ri­te da un le­git­ti­mo ri­cor­so al mer­ca­to, deve es­se­re sem­pre og­get­to di ap­po­si­ta prova o, al­me­no, di ini­zio di prova, con il pre­ci­pi­ta­to che lo stes­so non può es­se­re frut­to di pre­sun­zio­ni (ex mul­tis II Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Cen­tra­le, Sen­ten­ze nr. 198 del 2011 e nr. 130 del 2013, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Pu­glia, Sen­ten­za nr. 768 del 2007, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le Um­bria, Sen­ten­za nr. 122 del 2009). Tale ul­ti­ma con­ce­zio­ne, in de­fi­ni­ti­va, esclu­de in ra­di­ce la pos­si­bi­li­tà di con­te­sta­re il pre­giu­di­zio alla con­cor­ren­za quale au­to­no­ma fat­ti­spe­cie di danno ri­ve­nien­te dalla vio­la­zio­ne delle re­go­le di evi­den­za pub­bli­ca che di­sci­pli­na­no l’ap­pal­to.
Ve­nen­do alla con­te­sta­zio­ne for­mu­la­ta dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le nel­l’at­to in­tro­dut­ti­vo, anche vo­len­do as­si­cu­ra­re con­ti­nui­tà al primo orien­ta­men­to sopra ri­por­ta­to, più volte ac­cre­di­ta­to anche da que­sta Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le nel corso degli ul­ti­mi anni, ma, è bene sot­to­li­near­lo, sem­pre in cor­ri­spon­den­za di ipo­te­si di omes­sa gara o di pro­ce­du­ra com­pe­ti­ti­va me­ra­men­te ap­pa­ren­te o fit­ti­zia, l’im­pos­si­bi­li­tà di in­vo­ca­re la nul­li­tà dei con­trat­ti sti­pu­la­ti dalla Pro­vin­cia di Ver­cel­li, per i mo­ti­vi già espo­sti, tra­vol­ge in modo ir­ri­me­dia­bi­le e glo­ba­le la sud­det­ta ri­co­stru­zio­ne su cui si fonda la fi­gu­ra del danno alla con­cor­ren­za. In ogni caso, a pa­re­re del Col­le­gio, deve es­se­re posto in ri­sal­to un ul­te­rio­re ele­men­to inop­pu­gna­bi­le sul quale si in­fran­go­no tutte le ar­go­men­ta­zio­ni espres­se dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le: la prova di re­si­sten­za. Dal­l’a­na­li­si ana­li­ti­ca delle ope­ra­zio­ni di gara con­cer­nen­ti i tre ap­pal­ti sopra de­scrit­ti, si evin­ce in modo in­con­te­sta­bi­le che la mi­glio­re of­fer­ta tec­ni­co-eco­no­mi­ca è stata quel­la de­po­si­ta­ta dalle im­pre­se che sono poi ri­sul­ta­te ag­giu­di­ca­ta­rie degli af­fi­da­men­ti. In re­la­zio­ne agli ap­pal­ti “Giu­ri­sdi­zio­ne A” e “Mi­glio­ra­men­to si­cu­rez­za cir­co­la­zio­ne S.P. 299”, le due A.T.I. vit­to­rio­se, anche de­du­cen­do i punti re­la­ti­vi al­l’e­le­men­to tec­ni­co che se­con­do l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te sa­reb­be­ro stati ag­giun­ti dai con­ve­nu­ti per fa­vo­rir­le nel con­fron­to con gli altri par­te­ci­pan­ti, avreb­be­ro ot­te­nu­to net­ta­men­te la va­lu­ta­zio­ne com­ples­si­va più alta con un no­te­vo­lis­si­mo van­tag­gio sugli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci se­con­di clas­si­fi­ca­ti, ri­spet­ti­va­men­te, di circa 20 e 30 punti, non tra­scu­ran­do di con­si­de­ra­re che am­be­due le sud­det­te A.T.I. hanno of­fer­to il ri­bas­so mag­gio­re con ri­fe­ri­men­to al fat­to­re prez­zo. L’o­bie­zio­ne pre­ven­ti­va­men­te de­dot­ta dal Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le nel­l’at­to di ci­ta­zio­ne, se­con­do cui l’as­se­ri­ta al­te­ra­zio­ne delle ri­sul­tan­ze della va­lu­ta­zio­ne delle of­fer­te tec­ni­che è stata com­piu­ta prima del­l’a­per­tu­ra delle buste con­te­nen­ti le of­fer­te eco­no­mi­che, quan­do an­co­ra non si co­no­sce­va il con­te­nu­to del ri­bas­so pro­po­sto dagli altri con­cor­ren­ti e, dun­que, in un mo­men­to in cui il di­va­rio tra il pun­teg­gio tec­ni­co degli ope­ra­to­ri eco­no­mi­ci po­te­va es­se­re fa­cil­men­te col­ma­to dal pun­teg­gio che si sa­reb­be poi do­vu­to at­tri­bui­re al­l’of­fer­ta eco­no­mi­ca, ap­pa­re as­so­lu­ta­men­te in­con­fe­ren­te. Ai fini della di­mo­stra­zio­ne del danno alla con­cor­ren­za, in­fat­ti, nes­su­na ri­le­van­za può as­su­me­re il pre­sun­to re­qui­si­to sog­get­ti­vo in­ten­zio­na­le dei con­ve­nu­ti teso a fa­vo­ri­re de­ter­mi­na­ti con­cor­ren­ti, ma oc­cor­re va­lu­ta­re in con­cre­to sol­tan­to la real­tà fat­tua­le quale ri­sul­tan­te dallo svol­gi­men­to delle ope­ra­zio­ni di gara, cioè che i due ap­pal­ti in pa­ro­la sono stati ag­giu­di­ca­ti alle A.T.I. che ave­va­no pre­sen­ta­to, senza ombra di dub­bio, l’of­fer­ta mi­glio­re. Anche per l’ap­pal­to de­no­mi­na­to “Va­rian­te Ghi­sla­ren­go” può es­se­re ri­chia­ma­to il me­de­si­mo as­sun­to, sul ri­lie­vo che l’A.T.I. vit­to­rio­sa ha ot­te­nu­to il pun­teg­gio com­ples­si­vo più alto, con un van­tag­gio di oltre 10 punti ri­spet­to al­l’o­pe­ra­to­re eco­no­mi­co se­con­do clas­si­fi­ca­to; in det­ta­glio, l’A.T.I. in pa­ro­la ha con­se­gui­to il pun­teg­gio tec­ni­co mag­gio­re, con va­lu­ta­zio­ne con­cor­de da parte di tutti i com­mis­sa­ri, ed il se­con­do mi­glio­re ri­bas­so per­cen­tua­le, pari al 19,37221%, in ter­mi­ni di prez­zo, su­pe­ra­ta per que­st’ul­ti­mo ele­men­to esclu­si­va­men­te dal­l’A.T.I. BETON VILLA s.p.a. che, tut­ta­via, era clas­si­fi­ca­ta sol­tan­to al sesto posto della gra­dua­to­ria prov­vi­so­ria al­l’e­si­to del giu­di­zio sul­l’of­fer­ta tec­ni­ca, con un pun­teg­gio non certo ele­va­to. Quan­to alla po­si­zio­ne del­l’Av­vo­ca­to ROSCI, la stes­sa deve es­se­re con­si­de­ra­ta inin­fluen­te, nel­l’ot­ti­ca del ri­scon­tro re­la­ti­vo alla sus­si­sten­za in con­cre­to del danno alla con­cor­ren­za, sem­pre in virtù della sud­det­ta prova di re­si­sten­za, vero e pro­prio ar­chi­tra­ve della pre­sen­te mo­ti­va­zio­ne: se anche il le­ga­le non aves­se real­men­te par­te­ci­pa­to alle se­du­te ri­ser­va­te della Com­mis­sio­ne, il suo man­ca­to ap­por­to, in ogni caso, non sa­reb­be stato de­ci­si­vo ai fini del­l’in­di­vi­dua­zio­ne della mi­glio­re of­fer­ta, es­sen­do l’u­ni­co mem­bro del­l’Or­ga­no col­le­gia­le a non pos­se­de­re una spe­ci­fi­ca qua­li­fi­ca­zio­ne di na­tu­ra tec­ni­ca, as­si­cu­ra­ta dagli altri tre com­po­nen­ti, odier­ni con­ve­nu­ti, e tale as­ser­zio­ne, spe­cu­lar­men­te, può es­se­re pro­iet­ta­ta nel­l’i­po­te­si al­ter­na­ti­va di ef­fet­ti­va pre­sen­za del me­de­si­mo alle ope­ra­zio­ni di gara, come at­te­sta­ta dalle firme ap­po­ste sul ver­ba­le e sulla sche­da di va­lu­ta­zio­ne tec­ni­ca, nel senso che il suo giu­di­zio su tale ver­san­te non po­te­va che al­li­near­si, in linea di mas­si­ma, a quel­lo ma­ni­fe­sta­to dagli altri com­mis­sa­ri do­ta­ti di ele­va­ta espe­rien­za e pro­fes­sio­na­li­tà. In ef­fet­ti, fo­ca­liz­zan­do nuo­va­men­te la real­tà fat­tua­le si evin­ce con cer­tez­za che il peso del giu­di­zio espres­so dal no­mi­na­to ROSCI ap­pa­re ve­ra­men­te mi­ni­ma­le, come ri­sul­ta dalla stes­sa si­mu­la­zio­ne ef­fet­tua­ta dal men­zio­na­to con­su­len­te di parte nel pro­ce­di­men­to pe­na­le, il quale ha rie­la­bo­ra­to i dati di gara omet­ten­do i voti dal me­de­si­mo as­se­gna­ti: eb­be­ne, il ri­sul­ta­to è che l’ap­por­to del giu­di­zio del pre­fa­to le­ga­le ri­sul­ta del tutto inin­fluen­te ai fini della clas­si­fi­ca fi­na­le, sul ri­lie­vo che la gra­dua­to­ria ri­ma­ne im­mu­ta­ta fatto salvo per il quin­to e sesto clas­si­fi­ca­to, con im­per­cet­ti­bi­li dif­fe­ren­ze in ter­mi­ni di pun­teg­gi com­ples­si­vi ri­por­ta­ti dai sin­go­li par­te­ci­pan­ti.
Ti­ran­do le fila delle pre­ce­den­ti con­si­de­ra­zio­ni, a pre­scin­de­re dal­l’e­si­to del pro­ces­so pe­na­le e dal­l’e­ven­tua­le ac­cer­ta­men­to di reati, nes­sun danno alla con­cor­ren­za è stato cau­sa­to dal com­por­ta­men­to dei con­ve­nu­ti, in quan­to i tre ap­pal­ti men­zio­na­ti nel­l’at­to di ci­ta­zio­ne sono stati as­se­gna­ti dalla Pro­vin­cia di Ver­cel­li alle im­pre­se che ave­va­no cer­ta­men­te pre­sen­ta­to le of­fer­te mi­glio­ri alla luce del cri­te­rio di se­le­zio­ne pre­scel­to, sal­va­guar­dan­do in tal modo sia l’in­te­res­se ge­ne­ra­le alla tu­te­la della con­cor­ren­za e del mer­ca­to, sia quel­lo spe­ci­fi­co della sta­zio­ne ap­pal­tan­te di ot­te­ne­re il rap­por­to più con­ve­nien­te qua­li­tà-prez­zo. La nota Sen­ten­za della Corte Co­sti­tu­zio­na­le nr. 401 del 2007, in pre­ce­den­za ci­ta­ta e ri­chia­ma­ta anche dal­l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te nel­l’at­to in­tro­dut­ti­vo, ha in­te­so in­fat­ti en­fa­tiz­za­re, tra l’al­tro, pro­prio il prin­ci­pio se­con­do cui il ri­go­ro­so adem­pi­men­to delle pre­scri­zio­ni co­mu­ni­ta­rie e na­zio­na­li di evi­den­za pub­bli­ca ga­ran­ti­sce il ri­spet­to delle re­go­le del­l’ef­fi­ca­cia e del­l’ef­fi­cien­za del­l’at­ti­vi­tà dei pub­bli­ci po­te­ri, in quan­to la se­le­zio­ne della mi­glio­re of­fer­ta as­si­cu­ra la piena at­tua­zio­ne degli in­te­res­si pub­bli­ci in re­la­zio­ne al bene o al ser­vi­zio og­get­to del­l’ag­giu­di­ca­zio­ne e, allo stes­so tempo, l’os­ser­van­za dei pre­det­ti vin­co­li fun­zio­na­li rea­liz­za la tu­te­la della con­cor­ren­za per il mer­ca­to at­tra­ver­so pro­ce­du­re di ga­ran­zia in grado di pro­teg­ge­re il ri­spet­to dei va­lo­ri co­mu­ni­ta­ri e co­sti­tu­zio­na­li in ma­te­ria. Del resto, quali ul­te­rio­ri ele­men­ti atti a cor­ro­bo­ra­re la pre­ce­den­te af­fer­ma­zio­ne circa l’e­vi­den­te as­sen­za di qual­si­vo­glia pre­giu­di­zio alla con­cor­ren­za, me­ri­ta evi­den­zia­re, da un lato, che l’Uf­fi­cio Re­qui­ren­te, pur es­sen­do na­tu­ral­men­te noto alla Se­zio­ne il prin­ci­pio del tutto con­so­li­da­to se­con­do cui il giu­di­zio dei com­mis­sa­ri co­sti­tui­sce espres­sio­ne pa­ra­dig­ma­ti­ca di un po­te­re tec­ni­co-di­scre­zio­na­le di norma in­sin­da­ca­bi­le, salve le ipo­te­si nelle quali le va­lu­ta­zio­ni, at­tra­ver­so il pri­sma del­l’ec­ces­so di po­te­re e delle sue fi­gu­re sin­to­ma­ti­che, ap­pa­ia­no ma­ni­fe­sta­men­te ab­nor­mi, il­lo­gi­che, ir­ra­zio­na­li o ar­bi­tra­rie, ov­ve­ro siano af­fet­te da pa­le­si er­ro­ri di fatto, non ha mi­ni­ma­men­te messo in di­scus­sio­ne la con­grui­tà e l’a­de­gua­tez­za dei pun­teg­gi tec­ni­ci at­tri­bui­ti dai sin­go­li com­po­nen­ti nel­l’am­bi­to degli ap­pal­ti in que­stio­ne, in­cen­tran­do in­ve­ce la pro­pria istrut­to­ria su altri aspet­ti che si sono ri­ve­la­ti del tutto mar­gi­na­li, dal­l’al­tro, che non ri­sul­ta­no con­ten­zio­si pro­mos­si dalle im­pre­se con­tro­in­te­res­sa­te che hanno par­te­ci­pa­to agli ap­pal­ti e che le opere ese­gui­te dagli ag­giu­di­ca­ta­ri sono state col­lau­da­te con esito fa­vo­re­vo­le.
In con­clu­sio­ne, ha er­ra­to il Pub­bli­co Mi­ni­ste­ro con­ta­bi­le dap­pri­ma nel re­pu­ta­re pa­ci­fi­ci due pre­sup­po­sti, quel­lo af­fe­ren­te alla con­dot­ta ma­te­ria­le dei con­ve­nu­ti e quel­lo le­ga­to alla con­se­guen­te nul­li­tà dei con­trat­ti, smen­ti­ti in­ve­ce dal Col­le­gio con le mo­ti­va­zio­ni sopra trat­teg­gia­te, in ade­sio­ne alle ar­ti­co­la­te ec­ce­zio­ni sol­le­va­te da tutte le di­fe­se, e poi nel so­ste­ne­re, at­tra­ver­so un ul­te­rio­re pas­sag­gio dal te­no­re giu­ri­di­co con­tro­ver­so, la sus­si­sten­za della pe­cu­lia­re fi­gu­ra del danno pa­tri­mo­nia­le alla con­cor­ren­za che, al con­tra­rio, ri­sul­ta as­so­lu­ta­men­te ca­ren­te nella real­tà fat­tua­le in modo in­con­te­sta­bi­le, come emer­ge dalla piana let­tu­ra degli atti ver­sa­ti nel fa­sci­co­lo pro­ces­sua­le che il­lu­mi­na con forza la sud­det­ta prova di re­si­sten­za.
Per quan­to espo­sto in nar­ra­ti­va, i con­ve­nu­ti SILVA Ca­te­ri­na, ACER­BO Marco, SGUOT­TI Mar­zio e BELLO Paolo de­vo­no es­se­re man­da­ti as­sol­ti dagli ad­de­bi­ti che gli sono stati con­te­sta­ti dalla Pro­cu­ra Re­gio­na­le at­tri­ce.
Con ri­fe­ri­men­to al di­rit­to ine­ren­te al rim­bor­so delle spese le­ga­li so­ste­nu­te dai sud­det­ti con­ve­nu­ti, pro­sciol­ti nel me­ri­to, il Col­le­gio, ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 10 bis, comma 10, del D.L. nr. 203 del 2005, con­ver­ti­to dalla Legge nr. 248 del 2005, come mo­di­fi­ca­to dal­l’ar­ti­co­lo 17, comma 30 quin­ques, del D.L. nr. 78 del 2009, con­ver­ti­to dalla Legge nr. 102 del 2009, li­qui­da gli ono­ra­ri in via for­fe­ta­ria, in as­sen­za di ap­po­si­te no­tu­le, ap­pli­can­do i pa­ra­me­tri di cui al D.M. nr. 55 del 2014, nella mi­su­ra di Euro 4.000,00 (quat­tro­mi­la//00) per cia­scu­na delle quat­tro di­fe­se, in­di­pen­den­te­men­te dal nu­me­ro dei le­ga­li che hanno svol­to il pa­tro­ci­nio, somma da con­si­de­rar­si com­pren­si­va di spese ge­ne­ra­li, oltre IVA e CPA se do­vu­ti.
P.Q.M.
La Corte dei Conti, Se­zio­ne Giu­ri­sdi­zio­na­le per la Re­gio­ne Pie­mon­te, in com­po­si­zio­ne col­le­gia­le, de­fi­ni­ti­va­men­te pro­nun­cian­do,
AS­SOL­VE
SILVA Ca­te­ri­na, ACER­BO Marco, SGUOT­TI Mar­zio e BELLO Paolo dagli ad­de­bi­ti che gli sono stati con­te­sta­ti.
Le spese le­ga­li so­ste­nu­te dai con­ve­nu­ti sono li­qui­da­te nella mi­su­ra di Euro 4.000,00 (quat­tro­mi­la/00) per cia­scu­na di­fe­sa, somma com­pren­si­va di spese ge­ne­ra­li, oltre IVA e CPA se do­vu­ti.
Manda alla Se­gre­te­ria per gli adem­pi­men­ti di rito.
Così de­ci­so in To­ri­no, nella Ca­me­ra di con­si­glio del­l’08 apri­le 2014.
L’E­STEN­SO­RE IL PRE­SI­DEN­TE
(F.​to Dott. Tom­ma­so Pa­ri­si) (F.​to Dott. Gio­van­ni Cop­po­la)
De­po­si­ta­ta in Se­gre­te­ria il 15 Mag­gio 2014

Per Il Di­ret­to­re della Se­gre­te­ria
(F.​to Ric­car­do Ra­va­schio)